Il progetto si propone di realizzare esperienze pilota che possano essere copiate dalle realtà locali di tutta Europa e – attraverso il portale web – offre strumenti di supporto per gli enti che vogliano predisporre obblighi sul solare termico: dalle consulenze sul potenziale e sui problemi di integrazione con le varie leggi nazionali fino a fornire materiale informativo sui benefici del solare termico.
Un’iniziativa che ribadisce ancora una volta come una vera transizione energetica passi anche per le scelte locali e senza attendere decisioni dall’alto. Emblematico il caso dell’Italia: pochi giorni fa con l’approvazione del decreto “milleproproghe” il Parlamento ha votato lo slittamento di un altro anno dei regolamenti edilizi comunali che dovranno prevedere l’obbligo di installazione di impianti per la produzione di elettricità da rinnovabili sui nuovi edifici (Qualenergia.it – “No alla proroga dell’obbligo di rinnovabili nei nuovi edifici”), ma molti enti locali italiani stanno già adottato regolamenti edilizi che prevedono questo obbligo.
Diversi sono i motivi per cui è opportuno che questa tecnologia sia promossa attraverso obblighi per l’edilizia. Il primo è che è chiaramente più conveniente includere il solare fin dalla fase di progettazione di un nuovo edificio, oppure al momento dell’installazione di un nuovo impianto di riscaldamento in un edificio esistente: le ordinanze solari puntano su questa condizione per la diffusioni dei sistemi solari. Altro punto: si promuove così anche il risparmio di chi è in affitto e non partecipa alle decisioni riguardanti gli investimenti strutturali. Infine, creando un mercato stabile su una parte del parco edilizio si attirano investimenti verso l’intera filiera dell’offerta della tecnologia, favorendo economie di scala.
Ma Comuni ed enti locali – spiega Battisti – possono promuovere il solare termico anche al di là dei regolamenti edilizi. “Possono, ad esempio, darsi obblighi in materia che riguardino gli edifici di proprietà dell’ente o imporli ai privati con i quali stipulino un contratto e, soprattutto, puntare sull’informazione e sulle campagne di comunicazione”.
GM