Nel report, commissionato dall’Agenzia federale tedesca per la protezione dalla radioattività, i ricercatori di Prognos cercano di fare una previsione realistica dello sviluppo del nucleare da qui al 2030. Vagliano cioè criticamente la lista dei reattori la cui costruzione è stata annunciata, tenendo in considerazione per ognuno i fattori che potrebbero influire sull’effettiva realizzazione: dai problemi infrastrutturali, agli ostacoli politici fino al reperimento dei finanziamenti.
Ne emerge un’alta probabilità che, come già accaduto in passato ad esempio negli Usa, gran parte dei progetti annunciati venga accantonata e, dunque, non arrivi mai alla realizzazione: degli impianti annunciati sul tedesco International Journal for Nuclear Power fino al 2020, solo il 23% secondo Prognos arriverà ad essere realizzato. Solo il 35% di quelli annunciati dalla World Nuclear Association per il periodo fino al 2030.
Nel 2002 erano 444, ora sono 436 le centrali operative e hanno in media 24 anni di età (l’aspettativa di vita di una centrale è tra i 30 e i 40 anni). Solo 37 sono i reattori attualmente in costruzione. I nuovi impianti annunciati in molti paesi potrebbero far pensare ad un rinascimento paragonabile all’ondata dei primi anni ’70, ma in realtà già ora sono molti i progetti accantonati o fermi da anni: negli Stati Uniti, dei 26 progetti reattori che dal 2003 ad oggi sono stati presentati, nessuno ha ancora aperto un cantiere, mentre i lettori di Qualenergia.it ben conoscono la travagliata esperienza degli unici due in costruzione in Europa (Qualenergia.it – “Nucleare, una Fata Morgana in Finlandia”).
Uno scenario, quello presentato dallo studio, tra i più pessimistici per l’atomo. Ma certo non l’unico a spegnere l’entusiasmo dei nuclearisti. Ad esempio anche nello scenario di riferimento del World Energy Outlook dell’International Energy Agency, quello definito “450 ppm” (obiettivo per contenere entro i 2 gradi il riscaldamento globale) in cui si riserva un ruolo più significativo al nucleare, si indica un netto declino dell’atomo. Anche lo scenario “low” dell’Agenzia per il nucleare dell’OECD si avvicina molto a quanto previsto da Prognos.
GM
15 gennaio 2010