Come ti motivo l’Ente locale

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Le politiche per l'efficienza energetica nell'amministrazione pubblica dovrebbero essere stimolate almeno dal risparmio economico che ne deriverebbe per le proprie casse. Un articolo pubblicato per la rubrica "Energie locali" nel numero 4/2009 della rivista QualEnergia.

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Uno degli ostacoli allo sviluppo di valide politiche energetiche locali va ricercato nella scarsa formazione e motivazione di decisori e tecnici delle amministrazioni pubbliche. Ma queste competenze, se non stimolate da un afflato ambientalista, potrebbero comunque trovare il motore nell’obiettivo di ridurre i costi energetici a carico dell’Ente locale, invece spesso fuori controllo, perché monitorati con grande difficoltà.

Le ricadute di un’attenta azione volta al risparmio energetico, all’uso razionale dell’energia e all’utilizzo delle rinnovabili a livello pubblico sono molteplici e vanno dal miglioramento della qualità della vita dei cittadini alla creazione di nuove opportunità economiche e occupazionali per le imprese del territorio che trovano in una cornice coerente definita, ad esempio, da un piano energetico comunale, anche un’occasione di crescita del mercato. Alla base della scarsa preparazione energetica all’interno dei governi comunali c’è, secondo alcuni osservatori, una marginalizzazione di queste tematiche che forse trae origine dal fatto che l’energia è vista come un affare statale. Ma la scala locale è in realtà quella che può produrre i cambiamenti più concreti ed è fondamentale che i governi nazionali sostengano iniziative e normative utili a ridurre i consumi energetici e per l’utilizzo di fonti pulite. Al tempo stesso, sarebbe necessario che l’Ente locale attivo su questo versante possa comunicare al Governo regionale e nazionale casi di buone pratiche con l’intento di poterle riprodurle in altre realtà, ma anche per stimolare l’introduzione di nuove e più adeguate disposizioni normative e legislative a livello statale. Insomma, creare uno scambio tra Governo centrale e Comuni.

Una buona politica energetica locale dipende però, oltre che dalla preparazione dei tecnici, anche dal coinvolgimento di diversi settori dell’amministrazione. L’esperienza ha dimostrato che un intervento di risparmio energetico può essere efficace se è più estesa la partecipazione degli assessorati che si occupano di edilizia pubblica e privata, di mobilità, di cultura, e ovviamente del bilancio. Non si può prescindere però da un assessorato in grado di coordinare le iniziative e i referenti degli altri settori, sia a livello politico che tecnico.

In un ambito di programmazione energetica, un caso positivo di taglio della bolletta elettrica è quello ottenuto dal Comune di Padova, grazie a un piano di efficienza energetica elaborato tra il 2004 e il 2005, che anticipava il recepimento della Direttiva europea 2002/91 sul rendimento energetico in edilizia. Il Comune si era mosso in questa direzione soprattutto per i limiti imposti dal Patto di Stabilità introdotto dalla Finanziaria 2005 che imponeva un tetto di incremento massimo di spesa pubblica corrente del 2%.
Gli interventi previsti dal piano hanno poi permesso al Comune di Padova di risparmiare annulamente 1,5 milioni di euro con un investimento di 6,8 milioni di euro, con un tempo di ritorno dell’investimento di circa quattro anni e mezzo e un rendimento finanziario molto interessante, pari a circa il 15%.

AREE PROBLEMATICHE
Padova in questo caso ha puntato su tre aree particolarmente inefficienti: contrattazione del prezzo di fornitura dell’energia sul libero mercato; miglioramento dei rendimenti e della qualità degli impianti e delle strutture (illuminazione pubblica, semafori, pompaggi, edifici pubblici, ecc.); ottimizzazione dei sistemi di gestione e manutenzione. Questi argomenti sono affrontati da una sorta di manuale rivolto agli Enti locali, dal titolo “Energia e Clima, Beni Comuni“, curato da Maurizio Fauri, Antonio Saturnino e Alessandra Vaccari, pubblicato da Formez (editore Guerini e Associati).

Antonio Saturnino, docente di Economia Urbana e responsabile dell’area Ambiente di Formez, nel presentare questo lavoro ha dato particolare risalto al peso del settore pubblico sui consumi energetici che oscilla, a secondo della modalità di contabilizzazione, dal 14 al 20% del totale e alla formazione e informazione di chi opera nelle amministrazioni locali. Afferma, infatti, il curatore del manuale che «bisognerebbe innanzitutto saper informare l’Ente locale sulle possibilità di razionalizzare il suo bilancio economico riferito a tutta l’energia e assumere così comportamenti coerenti con gli obiettivi di efficienza energetica. Ciò permetterebbe di investire in modo continuativo i risparmi finanziari ottenuti in nuovi interventi di efficienza energetica». Secondo Saturnino con un tale approccio «si creerebbe un circolo virtuoso in grado di generare notevoli benefici: abbattere i consumi di energia elettrica o termica significa anche ridurre la CO2 e – in definitiva – evitare le multe previste dal Protocollo di Kyoto. Se solo venisse previsto un riconoscimento dei tagli delle emissioni da parte degli Enti locali, oggi non quantificabili sul mercato delle quote, si potrebbero favorire iniziative simili da parte delle amministrazioni locali e collegarle meglio, rafforzandole, agli obiettivi nazionali».

CONOSCENZA PROFONDA
La filosofia e i contenuti del manuale, che riporta esempi di politiche di gestione energetica a livello locale, è sintetizzata da Saturnino quando spiega che «la chiave di volta per ridurre i consumi energetici negli Enti locali è la presenza di soggetti che conoscano a fondo la materia». Nessun cambiamento sarà possibile se non vi sarà un accompagnamento nella formazione dei soggetti decisori e degli attuatori delle amministrazioni pubbliche per sviluppare politiche energetiche di ampio respiro. Comuni, Province e Regioni non sono però costituite solo da decisori locali, che diventano tali sulla base di un voto e che possono avere anche un orizzonte limitato alle elezioni più prossime, ma soprattutto da dirigenti e funzionari che per contratto pubblico sono responsabilizzati a realizzare certi compiti per tutto l’arco della carriera lavorativa. Sono loro i soggetti che dovrebbero indicare e portare avanti nel tempo un’efficace governante energetica locale e dunque sono loro il target della formazione in questo campo.

Leonardo Berlen

Articolo pubblicato per la rubrica “Energie locali” nel numero 4/2009 di QualEnergia.

 

7 gennaio 2010

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