L’emissione locale

  • 30 Dicembre 2009

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Gli enti locali sono poco coinvolti nelle decisioni nazionali sul clima. Ma potrebbero dare grandi contributi al processo negoziale nazionale e, quindi, anche a livello globale. Un articolo pubblicato per la rubrica "Energie locali" pubblicato sull'ultimo numero di QualEnergia.

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La Cop15 di Copenhagen, comunque la si voglia vedere, ha rappresentato un passaggio importante per le future decisioni globali sulla riduzione delle emissioni in atmosfera. Le idee e le politiche sul tavolo dei negoziati saranno patrimonio di coloro che nei prossimi mesi dovranno delineare obiettivi vincolanti di lungo periodo.

Già oggi però a questi obiettivi non vogliono sottrarsi molte città del mondo: sono quasi 160 quelle che il 18 novembre 2009 hanno concordato ad Amburgo un impegno ambizioso sulle misure locali da intraprendere per riduzione la CO2. In occasione della conferenza “Hamburg City Climate“, sindaci e rappresentanti comunali hanno firmato un documento (pdf) vincolante per l’efficienza energetica, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la riduzione della CO2 nelle aree urbane.
Le premesse al manifesto motivano perché metropoli e città dovranno essere uno dei fattori chiave per il necessario taglio del 50% delle emissioni globali al 2050: semplicemente perché sono la causa del 75% di quelle del pianeta. Poiché le popolazioni e le economie dei paesi in via di sviluppo continueranno ancora nel loro trend espansivo, spetterà alle città dei paesi industrializzati impegnarsi a fare di più nel breve e medio periodo, tagliando le proprie emissioni dell’80% al 2050.

Molti sottovalutano poi che sono proprio le città ad essere particolarmente esposte al rischio dei cambiamenti climatici. Il documento di Amburgo chiarisce che esse sono più vulnerabili perché, oltre ad avere un’alta densità abitativa, le città si trovano nei pressi di fiumi, di coste oppure in aree collinari, siti spesso a rischio inondazioni, ondate di calore, dissesti idro-geologici o scarsità di acqua. Qui l’azione di mitigazione e di adattamento dovrà compiere uno sforzo rilevante, tuttavia impossibile senza il sostegno di regolamenti e politiche generali che spingano in questa direzione.
Il problema è che i governi locali sono ancora poco coinvolti nei processi decisionali delle politiche nazionali. L’esperienza pratica delle problematiche urbane e locali potrebbe invece essere di grande ausilio a quelle su più vasta scala (vedi anche Qualenergia.it – Sindaci per il clima, nonostante i governi).

Quali sono i princìpi sui quali si impegneranno le città che hanno firmato la Dichiarazione di Amburgo? Innanzitutto, puntano ad una sorta di cooperazione, di rete, tra tutte le città, per trasferirsi le conoscenza e sostenere in questa azione quelle dei Pvs. Si impegnano inoltre a sostenere anche gli obiettivi di riduzione della CO2 indicati da Climate Alliance, così come la Dichiarazione di Eurocities sui cambiamenti climatici e la Local Government Climate Roadmap Process spinta da ICLEI e dall’iniziativa Energie-Cités.

La cooperazione dei governi cittadini si allargherà anche alle proprie aree limitrofe, soprattutto per la diffusione delle rinnovabili e per le misure di adattamento al global warming. Queste amministrazioni si vogliono porre come modelli per privati ed aziende, esempi per le loro scelte di gestione sostenibile e per gli interventi di efficienza energetica nell’edilizia pubblica. Ma saranno i programmi per i cittadini e per il territorio a fare la differenza: efficienza energetica e rinnovabili per le abitazioni residenziali, commerciali e industriali, trasporto pubblico e riduzione del traffico, favorendo vetture elettriche, piste ciclabili e percorsi pedonali.

La direzione di ogni pianificazione urbana dovrà essere la lotta al riscaldamento globale. Un punto nuovo, complesso quanto strategico, che si pone l’accordo delle “città virtuose” è il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni sui programmi e sulle azioni pro-clima delle amministrazioni, nella prospettiva che motivandoli possano fornire un contributo decisivo. Una democrazia che va a braccetto con l’efficacia dell’azione.
Per riuscire e trascinarsi dietro altre città e nuove idee, le municipalità firmatarie di questo manifesto chiedono urgentemente ai governi nazionali e agli organismi internazionali di adottare impegni coerenti per tutta la comunità mondiale, consapevoli che il lavoro concreto dovrà poi essere fatto dal basso.

Leonardo Berlen

Articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista bimestrale QualEnergia per la rubrica “Energie locali”. 

 

30 dicembre 2009

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