Copenhagen, accordo flop. Ma il percorso continua

  • 21 Dicembre 2009

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Un commento di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante sul mediocre risultato della conferenza Cop15. "Come Monaco nel 1938?" Il fallimento dell'Onu è indiscutibile, ma la lotta al global warming non finisce in Danimarca.

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“Qualcuno nella notte di venerdì a Copenhagen ha paragonato il mini-accordo che ha concluso la Conferenza sul clima al patto di Monaco del 1938, che per l’inanità di Francia e Inghilterra spianò la strada al nazismo. Commento amaro e in parte realistico, ma la lotta sul clima non finisce in Danimarca: bisogna ripartire subito dai passi avanti comunque compiuti e dalla posizione dell’Europa, che si è confermata battistrada nell’impegno per fermare il global warming”.

Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, parlamentari del Pd presenti a Copenhagen, hanno commentato così l’esito della conferenza sul clima. “Il documento finale – hanno detto i due esponenti democratici – è largamente al di sotto delle attese e delle necessità. La scienza continua ad ammonire che bisogna agire subito, mentre nell’accordo non c’è nessun obiettivo condiviso di riduzione delle emissioni, né al 2020 né al 2050, nessuna scadenza per la firma di un vero trattato, nessuna forma di controllo internazionale sulle azioni e i risultati dei singoli Paesi.

Anche per il modo nel quale è maturato, questo atto finale è deludente e segna un fallimento dell‘Onu, che ha gestito in modo pessimo la conferenza a partire dalla scelta inaccettabile di espellere dai lavori le Ong e ha confermato la sua crisi e con essa l’urgenza di una riforma radicale del suo statuto e delle sue modalità di lavoro”.

Per Della Seta e Ferrante, però, “il bicchiere di Copenhagen non è completamente vuoto. Per la prima volta tutti i Paesi del mondo hanno accettato il principio di impegnarsi in un quadro multilaterale per diminuire, seppure su base volontaria, le proprie emissioni dannose per il clima. E per la prima volta un presidente degli Stati Uniti ha dichiarato ufficialmente in una sede internazionale la volontà di partecipare a questo sforzo, la scelta di farlo anche a prescindere dal raggiungimento di un accordo globale, la convinzione che la lotta ai cambiamenti climatici è oggi condizione irrinunciabile per lo sviluppo.

Da qui bisogna ripartire, ed è incoraggiante il ‘rilancio’ subito annunciato da Sarkozy e dalla Merkel per una nuova Conferenza a Bonn nel giugno prossimo”.

19 dicembre 2009

  

  

 

 

 

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