Costi assicurativi e generali di un clima fuori controllo

  • 23 Novembre 2009

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Nuovo rapporto del Wwf realizzato insieme alla società assicurativa Allianz: una volta superate le "soglie climatiche limite" a rischio centinaia di milioni di persone e costi per la comunità mondiale per centinaia di miliardi di euro. Scenari devastanti che potrebbero essere frenati da un accordo forte a Copenhagen.

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Le diverse regioni del mondo e gli ecosistemi sono vicini al raggiungimento di soglie climatiche limite, detti anche ‘punti critici’ o ‘tipping point’, che potrebbero provocare cambiamenti ambientali, sociali ed economici devastanti. E’ quanto emerge dal rapporto di Wwf e dalla società assicurativa Allianz dal titolo “Major Tipping Points in the Earth’s Climate System and Consequences for the Insurance Sector” (Principali punti critici nel sistema climatico della terra e conseguenze per il settore assicurativo). Secondo il report (vedi allegato) i cambiamenti dovuti al riscaldamento globale possono essere improvvisi ed imprevedibili, creando enormi problemi sociali e ambientali, costando alla comunità mondiale centinaia di miliardi di dollari.

Lo studio Wwf-Allianz su questo punto è chiaro: senza un’azione immediata è molto probabile che l’innalzamento del livello del mare sulla costa est degli Stati Uniti, la siccità in California, il blocco del monsone estivo in India e in Nepal o la scomparsa della foresta amazzonica colpiranno centinaia di milioni di persone, con costi elevatissimi.

Il rapporto dimostra quanto il pianeta sia vicino ai ‘punti critici’: per i realizzatori della ricerca siamo pericolosamente vicini a fare pendere la bilancia verso il disastro. Le temperature globali sono già cresciute di almeno 0,7 gradi centigradi, ed è probabile un riscaldamento di 2-3 gradi nella seconda metà del secolo.
Lo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia e dell’area occidentale dell’Antartico potrebbero portare a punto critico di non ritorno con un innalzamento del livello del mare fino a mezzo metro entro il 2050. Una minaccia di questo tipo porta a stimare un forte aumento del valore assicurativo dei 136 porti delle grandi metropoli del mondo per un importo di circa 25.000 miliardi di dollari. Nella costa orientale degli Stati Uniti, il report stima che, con un incremento possibile del livello del mare di 0,65 metri, il rischio assicurativo passerebbe da 1.350 a circa 7.400 miliardi di dollari.
Per non parlare del pericolo siccità in California; qui solo i danni causati dagli incendi potrebbero portare a sostenere costi pari a 2,5 miliardi di dollari all’anno già entro il 2050. Questo solo per dare alcuni esempi.

Scenari comunque evitabili se vengono compiuti prima del 2015 sforzi estremamente radicali e determinati per tagliare le emissioni. “Se non facciamo subito qualcosa per contrastare i cambiamenti climatici rischiamo vere e proprie catastrofi”, avverte Kim Carstensen, responsabile del Global Climate Initiative del Wwf. Raggiungere un punto critico vuol dire perdere qualcosa per sempre, per cui una tale probabilità dovrebbe spingere tutti i Capi di Stato a raggiungere un accordo forte e vincolante a Copenhagen a dicembre”.

Sul fronte assicurativo “dobbiamo preparare i nostri clienti a questi scenari mentre abbiamo ancora la possibilità di agire, afferma Clemens von Weichs, amministratore delegato di Allianz Reinsurance. “Stabilire dei premi sostenibili e adeguati al rischio – aggiunge – è di vitale interesse per tutti coloro che sono coinvolti perché questo è l’unico modo per garantire che le soluzioni assicurative continuino ad esistere“.

Il settore assicurativo sembra aver capito dalle esperienze passate dopo le enormi perdite subite a causa di uragani come Andrew (1992), Ivan (2004) e Katrina (2005). Modelli migliori aiuteranno la gente a capire la frequenza e la potenza dei disastri naturali. “Ma modelli migliori non saranno sufficienti a proteggere il clima”, spiega Michael Bruch, dell’Allianz Global Corporate & Specialty, l’assicuratore industriale del Gruppo Allianz. “La componente umana gioca un ruolo sempre più importante nella riduzione del rischio legato ai disastri naturali, sia per quanto riguarda la gestione del rischio sia per ciò che concerne la lotta contro le cause umane dei cambiamenti climatici”, ha detto Bruch.

23 novembre 2009

 

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