La strada del raffrescamento solare

  • 16 Novembre 2009

Il solar cooling sta crescendo, ma restano da superare ancora molti i problemi tecnologici e di mercato . Aspetti tecnici, costi, normative, incentivi. A fare il punto è il progetto internazionale Solair e anche un seminario svoltosi a Roma.

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Raffrescare gli ambienti con il solare termico. Il solar cooling, una tecnologia non semplice, con ancora molti problemi da risolvere; in primis i costi, la complessità impiantistica e la necessità di ampi spazi. C’è molto da fare e soprattutto sarà importante continuare a sperimentare sul campo, realizzando numerosi impianti dimostrativi. E su questo aspetto di strada se ne è fatta negli ultimi due o tre anni: sono oltre 330 gli impianti realizzati in Europa; e parliamo solo di taglie superiori ai 20 kW frigoriferi, quindi impianti di piccola-media grandezza per utenze con domande già importanti.

Molti di questi risultati sono stati riportati nel dettaglio dal progetto internazionale Solair, finanziato nell’ambito della categoria Intelligent Energy Europe e illustrati nel corso del seminario “Al fresco del sole. Il solar cooling: dal Patto dei Sindaci alle applicazioni sul territorio”, organizzato a Roma lo scorso 12 novembre da Ambiente Italia e dalla Provincia di Roma.
Le tecnologie solar cooling sono fondamentalmente due: quella che consiste in sistemi di condizionamento ad acqua alimentati da energia termica (in genere piccoli impianti), e quella con sistemi DEC (desiccant evaporative cooling). Nel primo caso il fluido di distribuzione è acqua fredda in un sistema a ciclo chiuso; nel secondo l’aria umidificata è trattata in un processo aperto. Entrambe le tecnologie sono praticabili in Italia e con enormi potenzialità.

“La potenzialità in Italia è in effetti altissima, ma esistono ancora diversi problemi da superare. Il primo può essere considerato quello relativo ai costi, anche se a livello europeo si nota una chiara tendenza al ribasso”. A fornire a Qualenergia.it un breve quadro della tecnologia e del mercato è Marco Calderoni del Politecnico di Milano che prosegue ricordando che “mentre nel 2007 i costi erano ancora molto variabili da impianto ad impianto e oscillavano tra 5mila e 8mila euro su kW frigorifero installato, oggi sono più uniformi e si stanno stabilizzando intorno ai 4.500-5000 €/kW“.
Quando parliamo di taglie piccole siamo sull’ordine dei 15-17 kW, visto che le macchine frigorifere di minori dimensioni oggi in commercio hanno queste taglie. Non sono tuttavia impianti propriamente “piccoli”, tanto che potrebbero soddisfare il fabbisogno di raffrescamento anche di interi uffici o piccoli condomini.

“Quello che ci vorrebbe per spingere di più la tecnologia sono gli impianti dimostrativi che potrebbero essere realizzati soprattutto da enti pubblici“, ci ha detto l’esperto del Politecnico di Milano. “Un caso che sarà probabilmente eccellente in questo senso è quello presentato in questo convegno per una struttura edilizia della Città del Vaticano”.
Oltre che sulla tecnologia, in Italia ci sarebbe molto da fare anche su normativa ed incentivi ad hoc. Marco Calderoni ci spiega che “la normativa attuale, come la legge che recepisce la direttiva europea per i consumi energetici in edilizia, cioè la 192, non è affatto male se fosse concretamente applicata. Ciò che manca però è l’inserimento del raffrescamento degli ambienti. Infatti, sulla classe energetica dell’edificio non incide il consumo estivo di energia. E quindi un impianto di solar cooling non trova riscontro in termini di benefici sulla classe di appartenenza dell’edificio”.
Altro aspetto la normativa tecnica. “Dovranno prima o poi uscire tutte le nuove norme UNI, le 11300, che andranno a recepire la normativa europea”, dice Calderoni. “Una parte di queste dovrà fornire il metodo di calcolo dei rendimenti delle macchine in modalità estiva, come i condizionatori. Ma questa norma da sola non basterà, perché se la legge valuta il fabbisogno estivo di energia dell’edificio, ancora non considera però il consumo, cioè come viene coperta questa domanda di raffrescamento”. Insomma un buco legislativo da superare quanto prima.

Sul fronte degli incentivi in Italia non c’è ancora nulla, se escludiamo la detrazione del 55%, ma solo per la parte relativa ai collettori solari. Va ricordato a questo proposito che su un impianto chiavi in mano di 5mila euro per kW, la macchina frigorifera in media incide almeno per un 30%.
Casi interessanti di incentivazione all’estero? “Un esempio che stiamo cominciando a seguire è quello della Francia”, dice l’ingegnere del Politecnico di Milano. “I francesi sono appena partiti con un programma nazionale di incentivazione per impianti solar cooling. E’ in pratica un ‘bando prestazionale’: si va a finanziare in funzione di quanto si prevede che l’impianto produrrà in termini di energia primaria (incentivo in euro per tep risparmiate); inoltre, il bando è accoppiato ad un programma biennale: nel corso del primo anno si fa il monitoraggio dell’impianto; si valuta se sta funzionando come previsto ed eventualmente si cerca di ottimizzarne il rendimento. Nei secondi 12 mesi si dovrà riscontrare se l’impianto sta funzionando effettivamente come previsto inizialmente; se così non fosse non verrà erogata la parte finale del finanziamento”.

Il raffrescamento da rinnovabili ha un ruolo importante per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020. Per Calderoni “nella competizione tra tecnologie rinnovabili sicuramente la maggiore concorrenza al solare termico è rappresentata dalle pompe di calore geotermiche, ma non escluderei il fotovoltaico che è visto come un sistema molto più semplice e meno ingombrante. Stiamo parlando però di tecnologie molto diverse, perché il solar cooling, a differenza del fotovoltaico, va a ridurre drasticamente i picchi di consumo di energia elettrica”.

Se attualmente è più logico pensare a impianti solar cooling per utenze che non hanno bisogno di grandi spazi e con una certa disponibilità economica, a medio termine molti sono dell’idea che il solar cooling sia un’applicazione ideale anche per le utenze domestiche. “Se pensiamo che oggi almeno l’80% degli impianti solari termici trovano il loro segmento di mercato nelle case mono o bifamiliari, – dice Calderoni – possiamo ritenere che qui sarebbe possibile trovare quegli spazi necessari all’impianto. Il problema principale resta il costo ancora troppo elevato per questo tipo di utenze, ma che si spera potrà  comunque abbassarsi rapidamente.

Riccardo Battisti di Ambiente Italia, principale organizzatore del seminario di Roma e partner del progetto europeo Solair in via di chiusura, ha spiegato che “lo scopo ultimo dell’iniziativa è stato quello di promuovere progetti di solar cooling di piccola e media taglia e, soprattutto, di analizzare le strategie per il superamento delle barriere di mercato e per coinvolgere i produttori. Ma forse il maggior risultato è stato quello di mettere a disposizione diversi strumenti per gli operatori: le schede tecniche degli impianti realizzati in Italia e all’estero, il potenziale di mercato dei singoli paesi partecipanti, il materiale tecnico sviluppato per la una specifica formazione e, in particolare, le linee-guida di progettazione di impianti solar cooling (a breve anche tradotte in italiano)”.
Tutte queste informazioni, oltre alle presentazioni del workshop di Roma, possono essere trovate e scaricate sul sito www.solair-project.eu.

LB

Foto in alto: Fonte AIGUASOL – impianto solar cooling desiccant cooling system – Biblioteca Pompeu Fabra Library (Mataró, Spagna)

16 novembre 2009

 

 

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