Nucleare con stampella … statale

  • 19 Ottobre 2009

CATEGORIE:

Purché si facciano le centrali il governo inglese garantisce agli operatori che l'atomo sarà sostenuto dallo Stato, rivela il Guardian. Il nucleare non si può fare se non con un forte sostegno pubblico e a spese degli utenti. In Italia farà raddoppiare le bollette, denuncia Greenpeace. Intanto in Francia, causa guasti ad alcuni reattori, il costo dell'elettricità schizza verso l'alto.

ADV
image_pdfimage_print
Il nucleare si farà ad ogni costo. Anche se a sostenere le spese saranno i contribuenti. Arriva dalla Gran Bretagna una notizia che riconferma come un rinascimento nucleare sia economicamente improbabile senza un deciso intervento del pubblico. Il governo di Londra – rivela infatti il Guardian – purché nel paese vengano realizzati i primi nuovi impianti da oltre 20 anni, sarebbe arrivato ad un accordo segreto con gli operatori del settore in cui si garantisce che l’energia dall’atomo sarà sovvenzionata dagli utenti. L’atomo – scrive il quotidiano – costerà ai britannici 44 sterline (circa 48 euro) in più in bolletta ogni anno.

La situazione è questa: da un lato abbiamo un’industria, quella dell’atomo, alle prese con costi che lievitano e problemi irrisolti (ampiamente raccontati da Qualenergia.it), dall’altro un governo, quello inglese, determinato a puntare su nuove centrali nucleari (ne vorrebbe 8) per soddisfare il fabbisogno elettrico del paese in un momento in cui il carbone incontra difficoltà per via delle elevate emissioni di gas serra che questo produrrebbe (Qualenergia.it “Clima vs carbone: uno a zero?” ) e, in più, diverse vecchie centrali atomiche si avvicinano al pensionamento. Su queste pagine avevamo già raccontato come le società che dovrebbero realizzare le nuove centrali in Gran Bretagna avessero chiesto esplicitamente un sostegno pubblico come condizione per impegnarsi nell’avventura (Qualenergia.it “Nucleare, Edf allunga la mano”).

Le rivelazioni del Guardian – non confermate né smentite dal governo – ora fanno capire che questo avverrà, anche se in maniera indiretta: si agirà cioè sul prezzo della CO2 che, se alto abbastanza, rende competitivo l’atomo nei confronti delle altre fonti sporche. L’Office of Nuclear Development (OND), dipendente dal ministero delle Attività Produttive di Lord Mandelson, avrebbe infatti assicurato agli operatori del nucleare che lo Stato si impegnerà a non fare scendere il prezzo dell’anidride carbonica sotto i 30 euro a tonnellata.

Un impegno che colpirà il prezzo dell’elettrictà da fonti ad alte emissioni e che – secondo l’agenzia di consulenza EIC – aggiungerà appunto 44 sterline alle 500 che l’utente inglese paga mediamente in un anno per l’elettricità. La misura partirebbe dal 2015 per incoraggiare aziende, come la francese EDF, a impegnarsi a iniziare in meno di un anno i lavori per avere i primi impianti operativi dal 2017. Una previsione a dire il vero molto ottimistica guardando le esperienze passate e presenti.

L’intervento, che penalizzerebbe fonti come il carbone e il petrolio, andrebbe dunque a favorire quelle carbon-free: assieme all’atomo anche le rinnovabili, ma il vero vincitore – scrive il Guardian – sarebbe il nucleare, nei confronti del quale il governo inglese ha già varato diverse misure di sostegno: tra tutte la garanzia di coprire con fondi pubblici i costi futuri di smaltimento delle scorie e di decomissioning delle centrali oltre a quelli eventuali per la bonifica in caso di incidenti.
Insomma l’idea – cara ai nuclearisti nostrani – del nucleare come alternativa “carbon free” capace di reggersi economicamente sulle proprie gambe, pare essere smentita ancora una volta.

 
Che l’atomo non significhi affatto energia a buon mercato, ce lo ricorda anche quanto sta succedendo in queste ore in Francia, paese che vi ha investito fiumi di denaro pubblico integrando uso civile e militare: le quotazione orarie dell’elettricità ieri sono schizzate fino a 3.000 euro/MWh rispetto a una media, nel fine settimana,  tra 56 e 67 euro. “La situazione – riporta Quotidiano Energia – sarebbe dovuta ad alcuni fuori servizio non programmati di impianti nucleari. La produzione da questa fonte infatti  – si spiega – è poco modulabile: quando le centrali marciano a pieno regime i prezzi vengono abbattuti, ma basta una fermata improvvisa per far schizzare le quotazioni.”

E in Italia come saranno le bollette nel futuro atomico tanto desiderato da governo ed Enel? Greenpeace lo spiegava ieri distribuendo polemicamente un fac-simile (vedi pdf) di bolletta elettrica “nucleare”. Il messaggio di Greenpeace è: “tenendo conto degli altissimi costi per la realizzazione di nuove centrali, della manutenzione, dello smaltimento delle scorie e degli impianti contaminati, risulta che il costo finale dell’elettricità farà raddoppiare il costo delle bollette degli italiani. Il governo sta mentendo al Paese per agevolare i piani nucleari di Enel: saranno infatti i cittadini a pagare il ritorno al nucleare attraverso rincari nelle bollette.”

GM

19 ottobre 2009
Potrebbero interessarti
ADV
×