Secondo l’ISPRA, le analisi evidenzierebbero la “non rilevanza radiologica dei valori riscontrati e, dunque, la non pericolosità per la salute pubblica.” Il pellet sequestrato preventivamente può essere venduto e bruciato, mentre restano aperte indagini sia alla Procura di Aosta che a quella di Varese nei confronti.del produttore lituano del pellet “Naturkraft” al centro dello scandalo. Nel materiale ancora da bruciare, d’altra parte, non erano mai stati rilevati valori di radioattività superiori ai limiti di legge; il problema era sorto con le ceneri dove erano stati trovati valori fino a 40 volte superiori ai 1000 Bequerel/kg del limite di legge.
AIEL, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali, tira un sospiro di sollievo e bacchetta l’allarmismo con cui a giugno sarebbe stato trattato il caso: “La notizia aveva procurato allarme tra i consumatori di pellet, anche in seguito alle dichiarazioni di alcune emittenti nazionali che erano addirittura arrivate ad espressioni come “pellet killer”, creando panico e preoccupazione, e poi risultate del tutto infondate alla luce di questi nuovi fatti. La vicenda – spiega l’associazione – ha sicuramente creato un danno economico e di immagine ad un importante settore, che in Italia vanta un mercato di oltre 1 milione di tonnellate consumate all’anno e di oltre mezzo milione di stufe caratterizzate da buoni livelli di efficienza energetica.”
“Un problema quello della trasparenza della filiera che su cui AIEL lavora ogni giorno”, sottolinea però il presidente Marino Berton. Intanto sul problema della radioattività tuttora la legge non prevede controlli preventivi e il limite di legge (che si applica al combustibile ancora da bruciare) sarebbe troppo alto: secondo Magnoni dell’Arpa Piemonte andrebbe “a scopo prudenziale” abbassato dai 1000 Bq/kg attuali a circa 500, per essere sicuri che anche nelle ceneri non vi siano concentrazioni potenzialmente pericolose. Lo scandalo – forse in parte ingiustificato – montato a giugno da questo punto di vista forse a qualcosa è servito: tra i controlli che AIEL effettua per assegnare al pellet il marchio di qualità “Pellet Gold” da qualche mese, infatti, c’è anche quello sulla radioattività. La soglia massima tollerata sul pellet con questa certificazione? “Oltre 150 volte più bassa di quanto previsto dalla legge, cioè 6 Bq/kg”, ci spiega Berton.
GM