La centrale simbolo della lotta per il clima contro il carbone non si farà. I progetti per le due nuove unità a carbone di Kingsnorth, nel Kent “sarà rimandata di due-tre anni”, ha fatto sapere E.ON.in una nota diffusa martedì. Il motivo ufficiale sarebbe “la recessione economica globale, che ha spostato al 2016 la necessità per la Gran Bretagna di una nuova centrale”. In molti però credono che la nuova centrale a questo punto non si farà più e che a convincere E.ON. ad accantonare il progetto abbia contribuito non poco la forte opposizione degli ambientalisti appoggiati da un’opinione pubblica, quella inglese, tra le più sensibili al problema del global warming.
Ed ecco che tra chi è preoccupato per il cambiamento climatico, in Inghilterra e altrove, si festeggia quella che è vissuta come una vittoria storica. Il progetto di Kingsnorth, annunciato nel 2006, avrebbe portato a realizzare il primo impianto a carbone negli ultimi 30 anni sul suolo britannico: la centrale fin dall’inizio era divenuta uno dei campi di battaglia più infuocati nella lotta a questa fonte sporca.
Il processo ai sei di Greenpeace infatti si era trasformato in una denuncia pubblica degli effetti del carbone sul clima e dei danni causati dal global warming al pianeta. La tesi della difesa degli attivisti era infatti che questi avevano danneggiato la proprietà di E.ON. solo per prevenire danni maggiori, cioè quelli legati al riscaldamento globale e all’inquinamento locale: una “lawful excuse”, ammessa dalla legge britannica per lo stesso principio per cui non è reato bucare la rete di recinzione del vicino per spegnere un incendio partito nel suo giardino.
A gioirne chi pensa che il carbone pulito non esista e che questa fonte sia il pericolo più grande per il clima, come James Hansen, climatologo impegnato in una vera e propria crociata contro questo combustibile sporco, che ha commentato così la notizia della rinuncia al nuovo impianto di Kingsnorth: “Un passo nella giusta direzione (…). Bisogna eliminare le emissioni da carbone e serve che i governi si muovano in questo senso. Invece sentiamo parlare solo di obiettivi sulle emissioni, un farsa: il carbone deve restare sottoterra o non raggiungeremo mai gli obiettivi di riduzione della concentrazione di CO2 in atmosfera”.
GM
9 ottobre 2009