L’industria fotovoltaica e la lezione della Sassonia

  • 29 Giugno 2009

Dalla Sassonia, lander con soli 2,4 milioni di abitanti, proviene circa il 20% delle celle solari prodotte nel mondo e l'80% di quelle prodotte in Europa. Le ragioni del successo sono anche legate alla capacità degli amministratori locali che hanno creato le condizioni giuste per investimenti in infrastrutture, incentivi, ricerca. In sintesi, sono stati capaci di "fare sistema".

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La crescita della potenza fotovoltaica installata in Italia, che ha ormai oltrepassato i 500 MW (vedi Qualenergia.it), dimostra che il meccanismo di incentivazione funziona bene e che dovrà essere rivisitato con saggezza per garantire nel medio periodo installazioni dell’ordine di 1 GW/anno, coerenti con i valori del “position paper” del Governo inviato a Bruxelles, che parla di un potenziale di 8,5 GW al 2020.
A fronte di questo scenario, diventa prioritaria la creazione di una rete di industrie fotovoltaiche in grado di soddisfare non solo la domanda interna, ma anche di affacciarsi al mercato internazionale. Pensiamo solo alle grandi prospettive nella sponda sud del Mediterraneo. La domanda allora diventa: cosa stanno facendo il Governo e le Regioni per favorire l’insediamento di nuove industrie e per creare le condizioni in grado di attirare investimenti in questo strategico comparto?

Vediamo come si sono mossi all’estero e in particolare nello Stato della Sassonia-Anhalt che, alla recente Fiera Intersolar, tenutasi a Monaco di Baviera, ha ricevuto il premio come migliore Regione per l’insediamento di industrie solari. Definita la Solar Valley della Germania per l’incredibile concentrazione di imprese di questo settore, vi si trovano società che spaziano dalla produzione di silicio di grado solare alla realizzazione di celle a silicio cristallino, tellururo di cadmio, a silicio amorfo e micromorph, Cigs. Vi sono localizzate anche tre industrie che producono vetro per moduli solari. I risultati? Dalla Sassonia, lander con soli 2,4 milioni di abitanti, proviene circa il 20% delle celle solari prodotte nel mondo e l’80% di quelle prodotte in Europa. Nel 2008, le industrie solari hanno prodotto celle mono e multicristalline e moduli a film sottile per 574 MW. Un’attività che ha consentito di creare oltre 3.600 i posti di lavoro in aziende come Q-Cells, Sovello, Calyxo, Solibro, Sontor. L’area di Thalheim/Bitterfeld-Wolfen rappresenta quella a più alta densità tecnologica per la produzione di film sottile e si prepara a nuovi arrivi: 100 ettari sono stati infatti attrezzati per le espansioni.

Quali le ragioni di questo successo? Intanto, il protagonismo regionale è figlio della vigorosa politica nazionale che ha consentito di avviare il più importante mercato fotovoltaico al mondo, con 5,3 GW installati alla fine del 2008 e un fatturato annuo di 7 miliardi di euro. Fondamentale è il sistema degli incentivi gestito con accortezza anche nella fase della progressiva riduzione degli aiuti. Assolutamente importante, infine, il dato relativo agli investimenti nelle attività di ricerca, con 190 milioni € distribuiti nel solo 2008.

Ci sono poi le specificità locali della Sassonia. L’azione volta a rilanciare questa Regione dell’ex Germania dell’Est è riuscita ad attrarre investimenti per 9 miliardi € dal 1991 in tutte le filiere industriali consentendo la creazione di 36.000 nuovi posti di lavoro. Nel caso del solare sono disponibili incentivi che arrivano fino al 50% in conto capitale, sfruttando la classificazione come zona “Obiettivo 1”, analogamente ad alcune delle nostre Regioni del Sud. Conta anche il fatto che gli stipendi in Sassonia sono del 30% inferiori rispetto alla media della Germania (e dell’Italia). Decisivi, infine, i centri di ricerca e di formazione ad altissimo livello, come il Fraunhofer Center for silicon photovoltaics CSP che ha ricevuto finanziamenti regionali, statali e dall’Unione Europea per 60 milioni €.
Le autorità svolgono una continua azione di informazione sulle opportunità disponibili. Lo scorso 3 giugno, per fare un esempio, il Governatore dello Stato ha illustrato a una riunione a Berlino – con 220 investitori internazionali – i vantaggi offerti dalla Sassonia. Tra gli elementi messi in evidenza, ha citato l’assistenza all’iter autorizzativo dei nuovi insediamenti, che risulta così più rapido rispetto alla media tedesca.

Si è creato quindi un mix ottimale dal punto di vista delle infrastrutture, degli incentivi, della presenza di un’alta densità di centri di ricerca, della massa critica legata alla presenza di decine di aziende. Insomma, la Sassonia, come più in generale la Germania, è riuscita a “fare sistema”, creando condizioni molto allettanti per gli investitori.
In Italia sono diverse le Regioni che, in maniera più o meno esplicita, puntano a creare “poli solari” o “distretti delle rinnovabili”. Un’analisi approfondita delle caratteristiche che hanno portato al successo la “solar valley” tedesca è quanto mai utile per identificare i punti di forza su cui fare leva per la riuscita di queste iniziative.

Gianni Silvestrini (direttore scientifico di QualEnergia)

Estratto da articolo che verrà pubblicato sul prossimo numero della rivista “Fotovoltaici”

29 giugno 2009

 

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