Due scuole a confronto per gli edifici di domani

  • 25 Maggio 2009

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Due diversi modi di progettare gli edifici che potranno diventare, su più vasta scala, elementi imprescindibili nelle abitazioni a basso consumo dei prossimi anni. Un parallelo delle idee e delle strategie di Thomas Herzog e Mario Cucinella presentate recentemente a Verona.

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Come saranno i futuri edifici in Europa? “Carbon Neutral”, così li definisce l’Unione Europea, riprendendo la iniziativa già avviata dal Regno Unito, dove a partire del 2016 tutti i nuovi edifici abitativi dovranno abbassare fortemente i consumi energetici e inoltre azzerare l’emissioni di CO2.
A Verona, in occasione di Solarexpo, a discutere di questi argomenti sono stati chiamati, per il convegno internazionale “Nextbuilding”, alcuni tra i maggiori esperti di fama mondiale in materia, architetti che progettano e costruiscono edifici particolarmente attenti all’ambiente e all’uso dell’energia (articolo su Qualenergia.it). Tra questi Thomas Herzog e Mario Cucinella. Entrambi hanno espresso il loro comune impegno alla sostenibilità attraverso i loro progetti e dimostrato che intraprendendo strade diverse si può raggiungere lo stesso obiettivo.

Per l’architetto tedesco, infatti, la sostenibilità sta nel progettare edifici bioclimatici a basso consumo di energia, flessibili, organici, che utilizzano nuove tecnologie e materiali. Per lui è soprattutto necessaria una rigorosa verifica del progetto, non solo con modelli di simulazione termica e luminosa, ma anche presso laboratori di ricerca dotati da tunnel di vento, cieli artificiali e altri apparecchi ancora. Questa modo di procedere, caratteristico di Herzog, preside della Facoltà di Architettura di Monaco di Baviera dotato di laboratori di avanguardia e titolare dello studio Herzog and Partners, ha permesso di unire intorno ai suoi progetti ricercatori, produttori dei componenti e architetti. Un connubio che da anni dimostra di essere decisamente vincente.
La prova sta nell’esempio che ha presentato a Verona: la sede del fondo pensione degli edili tedeschi, il SOKA BAU. Un edificio di 70.000 mq con spazi di grande flessibilità (gli affittuari spesso cambiano e quindi anche l’organizzazione interna degli spazi), con sistema di climatizzazione a pavimento radiante per riscaldare e raffrescare, con impianti di cogenerazione a gas naturale e dotato anche di sistemi di ventilazione naturale. Particolare attenzione è stata data al controllo dell’illuminazione naturale e artificiale. Tanto che il fiore all’occhiello del progetto è un sistema di ombreggiamento altamente tecnologico, che si regola secondo il fabbisogno luminoso interno e assicura i livelli di comfort luminoso desiderati. Un sistema accuratamente testato dai laboratori austriaci della Bartenbach Lichtlabor e in specifici tunnel di vento. Previsto anche il recupero delle acque piovane per il riuso nei giardini: materiali naturali, di lunga durata senza rivestimenti o pitture per ridurre i costi di manutenzione.
Poi arrivano i numeri: per funzionare, l’intero edificio consuma solo 1/4 dell’energia della media tedesca, cioè intorno ai 90 kWh/mq anno. Insomma, si è dimostrato che un forte impegno progettuale e tecnologico può portare a grandi risparmi energetici a beneficio di tutti.

Un approccio decisamente diverso è quello presentato dall’architetto italiano Mario Cucinella. Il suo lavoro si indirizza soprattutto nella ricerca di soluzioni di tipo progettuali, più che tecnologiche. Anche qui vediamo simulazioni termiche, luminose e forme degli edifici che rispondono alle caratteristiche del clima locale. Le soluzioni sono molte e diverse tra di loro, spesso particolarmente suggestive.
Il primo esempio è la sede del centro di ricerca sulle tecnologie per energie rinnovabili a Ningbo, in Cina, dove l’architetto si ispira ad una lanterna cinese, con sistemi di ventilazione e illuminazione naturale e consumi energetici di circa 8 kWhel/mq anno per la sola climatizzazione con una pompa di calore geotermica. Il secondo è un edificio residenziale a Parigi, partecipante al concorso “Habiter ecologiche”, in cui Cucinella utilizza il legno come materiale strutturale e vetro per l’involucro, con sistemi di ventilazione naturale e sistemi fotovoltaico per la produzione di energia elettrica.

Altro progetto è la sede dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente di Ferrara con una interessante e semplice proposta, ma molto efficace: numerosi camini in legno consentono di illuminare e ventilare naturalmente gli spazi interni e caratterizzano fortemente la cosiddetta quinta facciata, cioè la copertura. Un sistema che riesce a ridurre notevolmente i consumi di climatizzazione estiva.
Poi c’è la nuova sede della 3M a Pioltello, comune della periferia milanese. Un lungo edificio per uffici di 5 piani, di 105 x 21 metri, che pare disgregarsi verso sud, arrivando ad un solo piano e lasciando spazio a numerose terrazze e cortili interni. Le facciate est, ovest e nord, completamente vetrate sono dotate da sistemi di opportuni sistemi ombreggiamento.

Particolare attenzione è stata posta alla casa 100K, a basso consumo energetico, di basso impatto ambientale, capace di generare la propria energia con sistemi fotovoltaici e miniaerogeneratori. Il costo? 1.000 euro a metro quadrato. L’involucro edilizio è costruito con pannelli di cemento alleggerito (ricerca avviata insieme alla Italcementi) che consentano flessibilità al progetto e basse dispersioni termiche. Una risposta che l’architetto ha voluto dare al “problema casa” e ai costi crescenti degli immobili.

Due architetti, due modi di affrontare il tema della sostenibilità, con soluzioni che dovranno essere prima o poi applicate in ogni futuro progetto architettonico. Due studi di architettura che si avvalgono quotidianamente di esperti provenienti dalle diverse aree: fisici, biologi, chimici, capaci di valutare i diversi impatti degli edifici sull’ambiente. Progetti realizzati dopo numerosi studi sul comfort termico e luminoso, sulle tecnologie a basso impatto ambientale, sulla durabilità e riciclabilità: tutti elementi chiavi di una progettazione sostenibile.

Patricia Ferro (Resp. “Formazione” Kyoto Club)

25 maggio 2009

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