Le energie degli Enti locali

  • 12 Maggio 2009

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Comuni, Parchi e altri Enti locali sono tra i soggetti che hanno più possibilità d'azione per ridurre le emissioni e i consumi di energia. In un convegno a Solarexpo si è parlato delle buone pratiche degli Enti locali per la diffusione delle fonti rinnovabili e delle condizioni per realizzarle.

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La battaglia contro il riscaldamento globale si combatte soprattutto dal basso e un livello politico in cui spesso si ottengono grandi risultati è quello degli Enti locali. Molte sono le iniziative che un Comune, una Provincia, una Regione, o anche un Ente parco possono mettere in campo per ridurre sprechi ed emissioni di gas serra. Proprio alle “Buone pratiche degli enti locali per la diffusione delle rinnovabili” è stato dedicato, all’interno del Solarexpo, un convegno organizzato dal Kyoto Club.

“Nel campo dell’efficienza energetica e delle rinnovabili – ha sottolineato il presidente di AzzeroCO2 Beppe Gamba nell’aprire l’incontro – in Italia c’è un vero proprio ritardo culturale“. Le buone pratiche tra gli enti locali italiani non mancano, ma spesso stentano a diffondersi quanto potrebbero per mancanza di comunicazione, di volontà politica o per semplice difficoltà nel muoversi nel sottobosco di bandi e incentivazioni che rendono possibili i progetti.

Colmare questo ritardo è la mission della Campagna Enti Efficienti del Kyoto Club, illustrata all’incontro dalla coordinatrice Donatella Roelé Riahi. L’iniziativa, portata avanti per conto del Ministero dell’Ambiente, consiste nell’aiutare gli enti che vi aderiscono a individuare gli interventi possibili e i vari strumenti per attuarli: si forniscono le conoscenze tecnico-legali per partecipare ai vari bandi e accedere ai meccanismi di incentivazione, si predispongono capitolati-tipo per scegliere i fornitori di servizi, si formano i tecnici dei comuni o degli altri enti sulle tecnologie e sulla normativa in materia di rinnovabili ed efficienza energetica. Insomma si fa in modo che le buone pratiche possano diffondersi ed essere replicate.

I progetti su efficienza, mobilità sostenibile e rinnovabili che un ente locale può realizzare sono molti. Per dimostrarlo, Alessandro Vezzil, coordinatore del Gruppo di lavoro Enti Locali del Kyoto Club ha raccontato l’esperienza di un piccolo comune del Lazio, Castel Madama: lì gli interventi messi in campo vanno da un progetto di riqualificazione l’illuminazione pubblica, finanziato dalla Regione, alla realizzazione di audit energetici sugli edifici grazie alla partecipazione a un bando del Ministero dell’Ambiente, fino all’installazione, sempre approfittando di vari bandi, di diversi impianti alimentati a fonti rinnovabili, tra cui un impianto solare a inseguimento da 1 MW, finanziato con una sorta di azionariato popolare.

Gli strumenti che permettono ai Comuni di aggirare gli stretti vincoli di bilancio – ha spiegato Vezzil – ci sono: le Esco e il sistema bancario offrono possibilità di agire anche all’interno dei severi limiti del Patto di stabilità. Ad esempio, i Comuni dal 2007 possono ricorrere alla formula del leasing, che non pesa sul bilancio se non per la rata annuale. Gli investimenti in favore di efficienza e rinnovabili quasi sempre poi hanno tempi di recupero contenuti e permettono agli enti di risparmiare o addiritttura di guadagnarci: “Ad avere il ruolo delle ESCO, cioè scommettere di tasca propria su interventi di efficienza e rinnovabili, dovrebbero essere direttamente le municipalizzate che hanno le risorse e tutto l’interesse a farlo”, ha fatto notare Beppe Gamba.

E il suggerimento del presidente di AzzeroCO2 sembra essere stato raccolto da una municipalizzata di un piccolo paesino lombardo, Provaglio d’Iseo, che ha presentato la propria esperienza al convegno. In questo caso è stata l’utility a cercare i finanziamenti per 300 impianti fotovoltaici da realizzare a proprie spese sui tetti dei cittadini: l’impianto viene realizzato a costo zero per l’utente che ne diventa proprietario e in cambio cede la tariffa incentivante del conto energia e parte dei proventi dallo scambio sul posto affinché la municipalizzata ripaghi la banca. Tra i risultati dell’iniziativa c’è quello di essere riusciti ad acquistare i sistemi FV ad un prezzo super scontato: 5.400 euro a kW, contro i circa 6.500-7.000 correnti.

Nell’incontro di Verona si è parlato molto anche dell’altro modo in cui i cittadini di un comune possono disporre di sistemi fotovoltaici a un prezzo e a condizioni concorrenziali: i gruppi d’acquisto Comunali. Simona Salteri di AzzeroCO2 e Davide Sabbadin di Legambiente hanno parlato delle esperienze delle due associazioni nell’organizzare i gruppi per conto dei Comuni che lo richiedono. Pratiche leggermente diverse, ma che portano allo stesso risultato: impianti sul tetto dei cittadini a un prezzo inferiore del 20-25% rispetto a quello di mercato oltre a condizioni di favore nel contratto con i fornitori e nell’accesso ad eventuali finanziamenti.

Insomma, le iniziative che un comune può fare per promuovere l’energia pulita sono molte, non ultima la classica attività sensibilizzazione: a proposito di questo si è parlato degli European Solar Days, una settimana (quest’anno dal 15 al 23 maggio) in cui tutti i comuni d’Europa sono invitati ad organizzare eventi di promozione dell’energia solare. Le iniziative organizzate nel nostro paese con il supporto di Ambiente Italia, nell’ambito degli European Solar Days 2009 saranno ben 375.

GM

12 maggio 2009

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