Certificazione energetica, in attesa delle linee guida

  • 11 Maggio 2009

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La certificazione è in vigore in Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e Provincia di Bolzano. Ne hanno parlato i rappresentanti delle Regioni al "Forum Certifcazione Energetica" di Greenbuilding a Verona. Le difficoltà di un meccanismo complesso e non ancora omogeneo nelle Regioni italiane che lo hanno adottato.

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Dopo la diffusione della legge n.133 del 6 agosto 2008 e dell’uscita delle UNITS 11300, ci si chiede quale sarà l’iter di applicazione della certificazione energetica nel rispetto di quanto previsto dalla Direttiva 2002/91/CE (EPBD – Energy Performance of Buildings) e quale la procedura di calcolo da prendere come riferimento a livello nazionale.
La certificazione energetica degli edifici in alcune Regioni è entrata formalmente nella sua fase operativa, come in Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, oltre alla ormai storica esperienza Provincia di Bolzano. Cerificare a livello energetico un edificio significa mettere in condizioni il cittadino di conoscere le sue prestazioni energetiche e questo riscontro è efficacemente espresso in genere da una targa che indica la classe di appartenenza dell’edificio stesso.

Come ha spiegato Giuliano Dall’O’ professore al Politecnico di Milano e responsabile del Sacert, un ente certificatore, nel corso del “Forum Certificazione Energetica” organizzato lo scorso 8 maggio per Greenbuilding alla Fiera di Verona, la certificazione è un meccanismo complesso e la figura del certificatore è di grande responsabilità ai fini dell’accertamento della qualità energetica dell’edificio e dei possibili interventi migliorativi per innalzare l’efficienza e, dunque, la classe di appartenenza.
E’ emerso tuttavia che oggi in Italia, in mancanza di linee guida nazionali valide su tutto il territorio, non è ancora chiaro quale sarà il rapporto tra Stato e Regioni su questa normativa, chi sarà esattamente il certificatore energetico e quale il suo ruolo e, in particolare, quale sarà la garanzia della credibilità del processo.

A queste domande ha cercato appunto di rispondere il Forum di Verona che ha puntato a fare chiarezza sullo stato dell’arte della certificazione in Italia sul piano normativo e legislativo, sulla normativa delle Regioni che hanno già legiferato, ad evidenziare le criticità, ma soprattutto ha consentito di riflettere su quelle che potranno essere le migliori strategie per promuovere la certificazione energetica in coerenza con quanto auspicato dalla Direttiva europea, che considera la certificazione come “strumento fondamentale per conoscere e migliorare il processo edilizio dal punto di vista energetico e ambientale”, ha detto Dall’O’.

Tra le Regioni italiane prossime ad entrare nel novero della certificazione energetica degli edifici c’è la Valle D’Aosta che, come ha spiegato l’Assessore alle Attività Produttive Ennio Pastoret, con la legge dell’aprile 2008 non ancora entrata in vigore, punta “a realizzare dei modelli attuativi che ci permettano di applicare al meglio il provvedimento”.
“Nella Regione Liguria – ha detto Maria Fabianelli dell’Agenzia – proprio oggi, 8 maggio, è diventato obbligatorio il certificato energetico per la compravendita o le locazioni delle singole unità immobiliari, ma purtroppo ancora nemmeno le agenzie immobiliare sono informate di questo provvedimento”. “Oggi la media dei consumi energetici in edilizia in Liguria – ha evidenziato Fabianelli – è intorno ai 140-150 kWh/m2 anno e l’obiettivo è di abbassarla nei prossimi anni”.

Ivano Mozzi in rappresentanza della Regione Lombardia ha sottolineato come i consumi di energia primaria in edilizia nella regione rappresentino il 42% del totale e, dunque, questo può considerarsi senza alcun dubbio il settore più energivoro. “Il dispositivo di certificazione della Regione Lombardia – ha detto Mozzi – sta portando ad un miglioramento dei consumi energetici, anche grazie a dei limiti più ristrettivi rispetto a quelli imposti a livello nazionale e anche con obblighi anticipati al 1° gennaio 2008, anziché al gennaio 2010, come prevederebbe la normativa nazionale”.
In Lombardia sono stati oltre 100mila gli attestati di certificazione edilizia, ma i controlli si sono limitati a 40, “un gap che andrebbe ridotto al più presto”, ha detto Mozzi.
Come molti altre normative regionale, quella della Lombardia prevede requisiti minimi sull’involucro, sugli impianti energetici e sul sistema edificio nel suo complesso. Il certificato energetico valuta lo classe di appartenenza dell’edificio e indica quella raggiungibile, consigliando gli interventi da realizzare a tale scopo.
Tutti i relatori del convegno hanno sottolineato come questo lavoro richieda tempo e competenze, pertanto un costo del certificato troppo basso andrebbe ad inficiare la qualità stessa del documento.

Stefano Stefani della Regione Emilia Romagna ha parlato della necessità di “rendere il più possibile omogenei tra loro i dispositivi normativi regionali, contemplando però la dovuta autonomia”. Un percorso molto difficile, che l’Emilia Romagna sta affrontando utilizzando il modello “Casa Clima” della Provincia di Bolzano che, ha sottolineato Stefani, “è utile per i pochi edifici di nuova costruzione, ma di complessa gestione per la gran massa delle abitazioni”.
La Regione Emilia Romagna ha scelto di accogliere comunque altri sistemi di certificazione energetica a patto che oltre alla classe venga indicato anche l’esatto consumo energetico (in kWh/m2 anno). In Emilia Romagna è stato reso obbligatorio l’inserimento delle fonti rinnovabili sulle nuove costruzioni: 1 kW per ogni unità abitativa e 0,5 kW per ogni 100 m2 di superficie utile per gli altri edifici.

Il modello di certificazione edilizia per eccellenza che ha fatto scuola in Italia è quello di Casa Clima della Provincia di Bolzano ed è stato illustrato nel corso del convegno da Ulrich Klammsteiner che ha spiegato come non vadano mai confusi in questo ambito i due livelli di comunicazione: uno per gli addetti ai lavori (più analitico e più tecnico) e uno rivolto ai cittadini (più semplice e chiaro). Finora in provincia di Bolzano sono stati certificati 1300 nuovi edifici e 760 tra quelli risanati (200 gli edifici certificati in altre Regioni).
Klammsteiner ha sottolineato che “il certificatore ha oggi una notevole responsabilità, ma a volte non può accollarsi anche quella del progettista”.

9 maggio 2009

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