Information technology per il clima

  • 16 Aprile 2009

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Due studi pubblicati dal WWF International valutano i notevoli vantaggi offerti in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica a livello mondiale sia delle video conferenze che del telelavoro.

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Due recenti studi pubblicati dal WWF International con il sostegno di HP e Microsoft sostengono e dimostrano che il settore IT (information technologies) è in grado di offire soluzioni concrete al problema del riscaldamento globale. I due studi considerano rispettivamente i temi delle videoconferenze e del tele-lavoro.

Nello specifico, l’istituzione di riunioni virtuali attraverso la creazione di 4.000 studi attrezzati per videoconferenze ed equamente suddivisi nelle varie parti del mondo contribuirebbe ad una notevole riduzione delle emissioni di CO2 legate agli spostamenti quotidiani dei lavoratori con un costo equivalente al prezzo di un aereoplano e mezzo.

Una riduzione pari ad un miliardo di tonnellate di emissioni di anidride carbonica entro il 2030: a questo ammonta il vantaggio climatico legato all’introduzione del tele-lavoro, ossia il totale attuale delle emissioni di CO2 di Italia e Regno Unito. Entro il 2050, il taglio di tali emissioni sarebbe pari a 3,5 miliardi di tonnellate.

Nell’ambito della stessa iniziativa, il WWF ha anche elaborato un calcolatore virtuale della CO2 per decisori politici e imprenditori (www.worldwildlife.org/carbonprojector). In questo modo, chiunque può effettuare il calcolo delle emissioni dannose per il clima relative ai prorpi spostamenti in ambito lavorativo.

I due studi del WWF International (in pdf):

WWF Videoconferencing Report

WWF From Workplace to Anyplace Teleworking Report

LM

17 aprile 2009

 

 

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