Il sole coreano per la ripresa economica

  • 13 Marzo 2009

La Corea del Sud nel 2008 è stato il quarto paese al mondo in quanto a installazioni fotovoltaiche. Un mercato del solare sestuplicato nell'ultimo anno, una riuscita politica di incentivazione e buone prospettive, grazie anche al pacchetto anticrisi più verde al mondo.

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Il piano di rilancio economico con la percentuale di “spesa verde” più alta al mondo e alle spalle un’anno di crescita record per il fotovoltaico, questo è il caso della Corea del sud. Il paese asiatico ha le carte in regola per essere leader in Asia per il settore industriale delle rinnovabili e per affermarsi come uno dei poli mondiali del settore.
L’anno scorso nel paese – segnala un rapporto della società di consulenza Displaybank – il mercato del solare è cresciuto di 6 volte, con 274 nuovi megawatt installati. Nel 2008 la Corea del Sud è stata il quarto paese al mondo per installazioni di sistemi fotovoltaici, dove ai primi tre posti ci sono rispettivamente Spagna, Germania e Stati Uniti d’America.

Pur essendo un paese relativamente piccolo – 43 milioni di abitanti circa – la Corea ha raggiunto grandi numeri nel solare grazie ad un sistema di incentivazione sul modello di quello tedesco (e italiano), che fa sì che l’elettricità prodotta dal sole sia acquistata dalle utility a tariffe agevolate. E assieme ai grandi volumi di pannelli installati nel paese è diventata un centro di riferimento per l’industria del fotovoltaico, con aziende sia straniere che autoctone.
Compagnie come la tedesca Epuron e le californiane Solar Power e Evergreen Solar hanno un mercato fiorente nel paese e accordi per produrre lì parte dei loro moduli. Diverse anche le industrie locali attive nel settore tra le quali Hyunday Heavy Industries, che ha una capacità di produzione di circa 30 megawatt all’anno, ed esporta anche in Germania, e LG Electronics, che ha convertito una delle sue linee di produzione di schermi al plasma in favore del fotovoltaico (il processo di produzione è abbastanza simile).

Anche il futuro delle altre rinnovabili promette bene nel paese. Secondo il piano energetico nazionale presentato a fine gennaio, la quota di rinnovabili nel mix nazionale dovrà passare dal 2,4% del 2007 prima al 4,3% nel 2015 e poi al 6,1% nel 2020 per giungere all’11% nel 2030. Per il piano si spenderanno 85 miliardi di dollari tra finanziamenti diretti ed investimenti attirati nel settore, di cui 76,6 andranno allo sviluppo delle rinnovabili e altri 8,8 ad efficienza e ad altre soluzioni per la sostenibilità.
Tra i propositi del governo coreano c’è anche la realizzazione di un milione di case efficienti. Sempre a gennaio la Sud Corea – che ha una grande intensità energetica (è il 10° emettitore mondiale e comunque ha in programma la costruzione di nuove centrali sia nucleari che a carbone) – aveva annunciato uno stanziamento nell’ambito di un piano che dovrebbe creeare 950mila posti di lavoro verdi nei prossimi 4 anni: 7 miliardi di dollari per l’efficienza energetica degli edifici e altri 6 per trasporti a basse emissioni.

In sintesi, secondo i dati della società di consulenza HSBC, le misure anticrisi sud-coreane sono quelle con la dose più massiccia di verde: l’81% dei fondi anticrisi coreani andrà alla sostenibilità, cioè 30,7 dei 38,1 miliardi di dollari stanziati. Secondo l’UNEP lo stanziamento verde della Corea del Sud è uno dei pochi al mondo a superare l’1% del Pil nazionale raccomandato dall’agenzia Onu: investe l’1,2% del Pil nei settori low-carbon, di cui lo 0,5 per efficienza ed edilizia a basso consumo di energia.

GM

13 marzo 2009
 
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