Quello che serve per l’obiettivo 2020

  • 4 Marzo 2009

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L'Aper ha illustrato alla Commissione Ambiente del Senato quale potrebbe essere la ricetta per far raggiungere al nostro paese l'obiettivo del 17% dei consumi primari con le energie rinnovabili. Benefici e ricavi per 27 mld di euro all'anno al 2020.

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L’obiettivo al 2020 del 17% sui consumi primari con fonti rinnovabili che spetta all’Italia è certamente molto ambizioso, ma fattibile, secondo quanto esposto ieri dall’Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili (APER) nel corso di un’audizione alla commissione Ambiente del Senato (vedi presentazione in allegato).
Quello che manca in Italia, per l’associazione di categoria, è una spinta convinta, un terreno favorevole costruito ad hoc, dalle istituzioni centrali e locali, capace di far diventare questi settori un vero motore dell’economia, come in parte già accade in Germania, Spagna, Gran Bretagna e Danimarca.
Per APER manca una pianificazione energetica, sia a livello nazionale che regionale; una situazione che fa del nostro paese uno di quelli a maggiore vocazione per le fonti rinnovabili, ma privo di una propria forte industria manifatturiera di settore, come è nel caso dell’eolico e del fotovoltaico.

Quello che spiega APER è che questo comparto può diventare una reale opportunità per l’economia, tanto che per il target 2020 calcola in 27 miliardi di euro all’anno i ricavi e i benefici potenziali. Almeno 16 miliardi di euro riguardano la minore spesa per l’acquisto di fonti fossili dall’estero grazie allo sviluppo di rinnovabili ed efficienza energetica. Almeno 6 mld di euro possono essere imputati alla creazione di nuove imprese e occupazione e 5 per il mancato pagamento di quote di emissione, certificati verdi europei (GO) e multe UE. A questa cifra vanno aggiunti i benefici dei costi sanitari e ambientali evitati che restano di difficile quantificazione.
Perché ciò si verifichi occorre una maggiore concertazione tra i vari livelli di potere e tra gli enti preposti alla gestione del settore per superare le barriere esistenti (autorizzative, culturali, connessione alla rete, inadeguatezza dei sistemi di incentivazione).

Sarebbe opportuno che l’obiettivo nazionale venga suddiviso in “realistici” target regionali, che è poi quello che prevede la legge n. 13/2009 di conversione del DL risorse idriche in vigore dal 1° marzo. L’introduzione di un sistema incentivante che premi in modo chiaro le Regioni virtuose, che rispettano gli obiettivi stabiliti al 2020, e che altrettanto penalizzi le Regioni non virtuose, può essere per l’APER un sistema efficiente per arrivare a risultati positivi. E’ ipotizzato anche un sistema di “green production trading” fra le Regioni.

APER fa presente inoltre che l’attuale meccanismo di incentivazione per le “rinnovabili elettriche” non è adeguato al raggiungimento degli obiettivi europei e andrebbe rivisto soprattutto per la volatilità del valore dei certificati verdi dopo il 2011.
Armonizzare l’autorizzazione unica in tutta Italia, istituire un organo collegiale per il controllo delle azioni di perseguimento degli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili (il poco attivo Osservatorio Nazionale), potenziare il ruolo della ricerca di base e applicata (in particolare rafforzando CNR, CESI, ENEA), approvare con maggiore sollecitudine tutti i provvedimenti normativi, sono azioni che possono rappresentare quella giusta spinta per raggiungere l’obiettivo nazionale al 2020.

4 marzo 2009

LB

 

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