L’Italia dei Comuni rinnovabili

  • 2 Marzo 2009

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Presentato il quarto rapporto di Legambiente "Comuni Rinnovabili 2009". In Italia le amministrazioni comunali che hanno installato almeno un impianto per l'energia pulita in Italia sono quasi 6000. I migliori in Trentino e Puglia. Bene Lecce tra i comuni sopra i 50mila abitanti.

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Sono migliaia gli impianti a energie rinnovabili installati in Italia – piccoli, grandi, da fonti diverse – centinaia i progetti in corso di realizzazione. Stando dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita che cambia profondamente il modo di guardare all’energia e al rapporto con il territorio. Il Rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente (vedi allegato), giunto quest’anno alla quarta edizione, riporta con dati e analisi questo nuovo quadro. I dati statistici sono stati ottenuti inviando un questionario ai Comuni e incrociando le risposte con studi e rapporti di Gse, Enea, Fiper, Anev oltre che di Regioni, Enti Locali e aziende.

La novità del Rapporto Comuni Rinnovabili 2009 è il salto impressionante nella crescita degli impianti installati nel territorio italiano. Sono 5.991 i Comuni in Italia dove è installato almeno un impianto. Erano 3.190 solo un anno fa. Le fonti pulite che fino a 10 anni fa interessavano con l’idroelettrico e la geotermia una porzione limitata del territorio italiano oggi sono presenti nel 79% dei Comuni. Uno dei risultati più interessanti è che cresce la diffusione per tutte le fonti e i parametri presi in considerazione.

Il dibattito pubblico sull’energia in Italia non sembra aver compreso la portata di questo processo e l’importanza di guardare ai territori per capire come sviluppare le fonti rinnovabili. Rimane difficile da intaccare un modo di ragionare di energia fermo al secolo scorso: non si riesce a prescindere da un approccio centralizzato e quantitativo, fatto di multimegawatt installati per impianto. Ma questa chiave di lettura risulta oggi inadeguata rispetto a un processo che apre strade assolutamente nuove. Se si ragiona di fonti rinnovabili, al centro ci sono le risorse presenti nei territori, la domanda di energia di case, uffici e aziende. E’ necessario allora per capire come soddisfare con le tecnologie più adatte e efficienti le diverse utenze collegate a una rete moderna e efficiente con la quale scambiano elettricità.
E’ questo lo scenario che raccontano le tante esperienze realizzate in questi anni nel territorio italiano di “nuovi” impianti da fonti rinnovabili: solare fotovoltaico, solare termico, mini idro-elettrico, geotermia ad alta e bassa entalpia, impianti da biomasse magari collegati a reti di teleriscaldamento.

L’aspetto forse più importante da sottolineare è la scommessa dei territori che hanno scelto di puntare sulle fonti rinnovabili, perché la loro spinta dal basso si sta rivelando vincente da tutti i punti di vista.
Attraverso l’eolico, la geotermia, l’idroelettrico, le biomasse già oggi sono centinaia i Comuni che producono più energia elettrica di quanta ne consumano. Grazie a questi impianti si sono creati nuovi posti di lavoro, portati servizi e creato nuove prospettive di ricerca applicata.
Le storie e i numeri del Rapporto sono importanti anche per far capire che la sfida in cui l’Europa si è impegnata al 2020 è a portata di mano e che per l’Italia puntare su un modello di generazione distribuita basato su impianti efficienti e da fonti rinnovabili è una prospettiva ben più credibile, moderna e desiderabile di quella che vorrebbero muovere i paladini del nucleare.

I RISULTATI

I Comuni del Solare sono 5.580 in Italia
Un numero in forte crescita, erano 2.803 Comuni nel censimento dello scorso anno, arrivano a coprire il 69% dei Comuni e ancora una volta sono i “Piccoli” ad evidenziare i dati più significativi. Per il solare fotovoltaico è il Comune di Monrupino (TS) in testa alla classifica di diffusione con una media di 1.151 kW ogni 1.000 abitanti. La classifica premia la diffusione per numero di abitanti residenti proprio per evidenziare le potenzialità delle rinnovabili nel soddisfare i fabbisogni delle famiglie. E a Monrupino gli impianti installati riescono a soddisfare ben oltre le esigenze dei cittadini (il 169% del fabbisogno).
Nel Solare Termico a “vincere” è il piccolissimo Comune di Don (TN) con una media di oltre 1 mq per abitante. Anche in questa classifica viene premiata la diffusione per abitante e non quella assoluta, proprio perché gli impianti solari termici possono soddisfare larga parte dei fabbisogni di acqua calda sanitaria e di riscaldamento delle famiglie. Sono 36 i Comuni Italiani che hanno già raggiunto l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di 264mq/1.000 abitanti, 11 in più rispetto allo scorso anno.

I Comuni dell’Eolico sono 245
La potenza installata è in crescita, pari a 3.861 MW, con 1.022 MW in più rispetto al 2007. I MW rilevati dal Rapporto riescono a soddisfare il fabbisogno elettrico di oltre 3 milioni e 102 mila famiglie. Tra questi Comuni 167 si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico, poiché si produce più energia di quanta ne viene consumata nei territori.

I Comuni del Mini Idroelettrico sono 698
Il Rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW e in questi Comuni la potenza totale installata è 617 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 2.468 GWh pari al fabbisogno di energia elettrica di 987 mila famiglie. Il motivo per cui prendiamo in considerazione solo il “mini” è perché se dal grande idroelettrico proviene storicamente il contributo più importante da parte delle fonti energetiche rinnovabili alla bilancia elettrica italiana (il 12% al 2007) sono evidenti i limiti di sviluppo in termini di nuovi impianti.

I Comuni della Geotermia sono 73
Per una potenza installata pari a 723,79 MW. Grazie a questi impianti in Italia vengono prodotti ogni anno circa 5.569 GWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico di oltre 2 milioni e 200 mila famiglie. Se la produzione elettrica per gli impianti geotermici è storicamente localizzata tra le Province di Siena, Grosseto e Pisa, un segnale positivo è lo sviluppo di impianti a bassa entalpia, ossia quelli che sfruttano lo scambio termico con il terreno e che vengono abbinati a tecnologie sempre più efficienti di riscaldamento e raffrescamento. Questi impianti rappresentano un’autentica risorsa per ridurre i consumi energetici domestici e di strutture pubbliche e private.

I Comuni della Biomassa sono 604
Per una potenza installata complessiva di 923 MW, di cui 336 MW derivano da impianti a biogas. Grazie a questi impianti in Italia si producono 3.928 GWh l’anno pari al fabbisogno elettrico di 1 milione e 571mila famiglie. In forte crescita sono gli impianti collegati a reti di teleriscaldamento (316), che permettono alle famiglie un significativo risparmio in bolletta grazie alla maggiore efficienza degli impianti. Sono 254 i Comuni in cui gli impianti utilizzano biomasse “vere” e locali, che riescono a soddisfare larga parte del fabbisogno di riscaldamento e acqua calda sanitaria locali.

Il Trentino e la Puglia vantano i comuni “più virtuosi” in materia di energia prodotte da fonti rinnovabili. Il dossier di Legambiente premia Dobbiaco e Prato allo Stelvio (Bolzano) per la categoria “Comuni 100% rinnovabili”, Carano (Trento) per il progetto più innovativo e Lecce perché “in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno elettrico delle famiglie attraverso le rinnovabili”.

Il premio per i migliori Comuni delle Rinnovabili è intitolato a Maurizio Caranza.
Sindaco di Varese Ligure per 14 anni e poi Vice sindaco, scomparso due anni fa, ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che in questi anni hanno guardato con interesse alle fonti rinnovabili. Da assoluto pioniere fece installare due torri eoliche nel Comune e avviò un progetto di valorizzazione e innovazione ambientale che ha ricevuto numerosi premi nazionali e europei proprio per i risultati prodotti.

2 marzo 2009

 

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