Cause ed effetti del crollo del prezzo del silicio

  • 26 Febbraio 2009

I prezzi del polysilicon per la produzione di fotovoltaico sono crollati e oggi si attestano intorno ai 30-40 $/kg. Secondo alcuni analisti l'effetto sarà un forte calo del prezzo dei moduli, fino al 40% entro fine anno. Dagli operatori segnali positivi, ma il settore sente la crisi.

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I prezzi del polysilicon per la realizzazioni di celle fotovoltaiche, che avevano raggiunto il loro picco la scorsa estate (400 $ per chilogrammo), in questo periodo sono crollati e si attestano intorno ai 30-40 $/kg. Questo è quanto afferma la società di analisi energetiche e industriali New Energy Finance, legando la fortissima riduzione del prezzo alla contemporanea entrata in esercizio nel mondo di diverse linee produttive realizzate grazie agli investimenti improntati negli scorsi anni.

Secondo Angus McCrone di New Energy Finance, questo massiccio incremento dell’offerta di silicio sul mercato porterà ad un crollo del costo dei moduli che potrebbe attestarsi, entro la fine dell’anno, al 30-40%. Qualenergia.it ne aveva parlato anche illustrando il mercato spagnolo e altre analisi di mercato. “Potrebbe essere una brutta notizia per le società del fotovoltaico – dice McCrone – poiché i loro margini operativi si ridurrebbero notevolmente, ma al tempo stesso potrebbe scatenarsi la domanda da parte di importanti developer come di semplici consumatori per l’installazione di impianti sia su grande scala che per l’integrazione in edilizia”.

La Suntech Power Holdings, società cinese leader nella produzione di fotovoltaico, confermerebbe, dal suo punto di osservazione, una notevole crescita della domanda anche nel 2009. In primis per la forte richiesta che arriverà quest’anno dagli Stati Uniti, con almeno 700 MW soprattutto per l’impulso dato dal pacchetto stimolo di Obama. Questa informazione sembra in sintonia con l’annuncio da parte della società di ingenti spedizioni di moduli a film sottili con destinazione Usa nella seconda metà dell’anno.
Anche da altri operatori internazionali stanno arrivando notizie positive. Ad esempio la spagnola T-Solar ha iniziato a produrre i suoi moduli FV a film sottili, i più grandi al mondo (5,7 m2), per una potenziale produzione annuale di 45 MW (1 miliardo di euro di investimento) e la Sun Well Solar di Taiwan ha annunciato di aver ultimato in anticipo la sua prima linea di produzione di celle, anch’esse a film sottile, per 40 MW di capacità.

Ma qualche ottimismo andrebbe forse ridimensionato alla luce della recente riduzione, anche se non eccessiva, delle quotazioni delle azioni della stessa Suntech. La causa è da ricercasi nella perdita netta di 66 milioni di dollari nel quarto trimestre 2008, mentre il ricavo è aumentato di solo il 4% rispetto al 2007.

Le preoccupazioni legate alla crisi economica, la morsa del credito, la possibile debolezza del mercato europeo, la riduzione dei margini per molte aziende del solare e il ritardo degli effetti del piano Usa non possono che influenzare il settore nel suo complesso. Va detto però che globalmente ci troviamo in una fase di mercato al ribasso e, quindi, anche quando ottengono buoni risultati, le società non riscontrano immediatamente benefici nei dati di borsa.
Per un’analisi più equilibrata andrebbe forse anche rivisto il prezzo del polysilicon, tanto che pare probabile una sua prossima stabilizzazione verso l’alto, visto che alcune fabbriche, come la cinese LDK Solar, hanno annunciato nel corso delle ultime settimane il rinvio dei loro piani produttivi al prossimo anno, proprio a causa dell’effetto sui prezzi dovuto all’eccessiva offerta di feedstock.

LB

26 febbraio 2009

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