Piano Usa, no ai prestiti al nucleare

  • 13 Febbraio 2009

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Stralciata dal pacchetto la misura che avrebbe finanziato il fondo di garanzia prezioso per l'industria dell'atomo. Soddisfazione degli ambientalisti: "i contribuenti non devono pagare il conto dell'industria nucleare".

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Il nucleare ai tempi di Obama? Non troverà nuovi finanziamenti di garanzia nel “pacchetto stimolo” americano. La proposta di usare la manovra per aumentare il già esistente fondo di garanzia per i progetti energetici innovativi è stata infatti stralciata.
Il fondo, destinato garantire i prestiti a progetti a basse emissioni di gas serra, era caldeggiato soprattutto dall’industria del nucleare che ha già richiesto copertura di garanzia per 122 miliardi, dieci volte di più del limite fissato nel 2005 per il settore.

Nel pacchetto però, hanno deciso i negoziatori di Camera e Senato, non ci saranno più i 500 milioni di dollari che avrebbe incrementato di ulteriori 50 miliardi il fondo, che oggi è già di 42 miliardi e senza il quale, come abbiamo raccontato, l’industria nucleare americana in pratica non riuscirebbe a stare in piedi. L’aumento del fondo era stato introdotto dal senatore Robert Bennett, repubblicano dello Utah, che poi ha anche votato contro l’intero pacchetto stimolo, rendendo così politicamente più agevole l’eliminazione del suo emendamento.

Un successo per le 243 associazioni che la settimana scorsa avevano avevano preso posizione contro l’inclusione, decisa dal Senato, dei nuovi fondi. “Una grande vittoria per i contribuenti e per il pianeta – ha commentato Brent Blackwelder, presidente di Friends of the Earth – il finanziamento in questione avrebbe fatto gioire i lobbisti dell’industria nucleare, ma non avrebbe fatto nulla per stimolare l’economia. I contribuenti non dovrebbero pagare il conto dei fallimenti dell’industria del nucleare. Il Congresso ha fatto la cosa giusta rimuovendo questo spreco”.

13 febbraio 2008
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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