Anche se negli ultimi mesi i prezzi di beni fondamentali come il petrolio e i cereali sono calati nettamente – è la premessa al report – i prezzi sul lungo periodo sono destinati a risalire. Circa il 60% dei servizi forniti dagli ecosistemi del pianeta sono deteriorati o usati in maniera insostenibile. Il cambiamento climatico, assieme all’aumento della popolazione e allo sviluppo economico di giganti come Cina e India, aggraverà la situazione e le conseguenze si sentiranno in molti modi nell’economia delle imprese.
Se non incorporano pratiche sostenibili al loro interno e lungo la loro catena di approvvigionamento le aziende che producono beni di consumo potrebbero vedere calare gli utili dal 13 al 31% entro il 2013 e dal 19 al 47% entro il 2018. Con le risorse che si fanno più scarse e le questioni ambientali più pressanti, infatti, i costi che attualmente sono a carico della collettività peseranno sempre di più sulle imprese private.
Lo scenario ipotizzato dallo studio prevede, ad esempio, che nei prossimi anni venga adottata una politica internazionale di riduzione dei gas serra, dando un prezzo alle emissioni; che l’acqua diventi più scarsa a causa del global warming; che i produttori di Europa e Nord America si accordino per usare solo legno che non aumenti i problemi di deforestazione e che venga adottata una politica di sostenibilità nella produzione dei biocarburanti.
Se questo avvenisse, ad esempio, i cereali aumenterebbero di prezzo a causa della scarsità d’acqua e delle politiche per il clima, anche se l’incremento fosse contenuto da una politica di sostenibilità nella produzione dei biofuels: al 2018 l’aumento dei prezzi potrebbe così essere del 13%. Facendo le stesse ipotesi lo studio stima anche l’impatto sulle altre risorse fondamentali: il petrolio aumenterebbe del 22%, il gas del 40% e l’elettricità del 45%.
Per difendersi – conclude lo studio – le aziende dovrebbero esaminare quali sono i beni i cui costi sono maggiormente influenzati dai trend ambientali e scegliere sostituti con minore impatto, analizzando in questo senso la propria catena di approvvigionamenti. Le opportunità di attuare pratiche sostenibili adesso dovrebbero essere valutate anche alla luce dei potenziali impatti futuri in termini di costi, ritorni economici e di reputazione. Importante dunque includere anche le esternalità nel processo decisionale. “Le imprese di successo – conclude lo studio – saranno quelle che sapranno anticipare le implicazioni di un mondo che cambia, collaborando con i fornitori e gli altri stakeholder per fare della sostenibilità una componente fondamentale del loro business”.
GM