Boom eolico Usa

Nel 2008 l'energia eolica ha rappresentato il 42% di tutta la potenza elettrica installata negli States nell'anno, con 8.300 MW. Le rinnovabili elettriche nell'era Obama dovranno raddoppiare in tre anni, ma molto dipenderà dai sistemi incentivanti in discussione. L'editoriale di Gianni Silvestrini.

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Un altro record per l’eolico statunitense. Dopo i 5.200 MW installati nel 2007, lo scorso anno sono stati collegati alla rete ben 8.300 MW, una potenza pari al 42% di tutta la potenza elettrica (carbone, cicli combinati, rinnovabili, ecc.) installata negli Usa nel 2008. Complessivamente sono ora in funzione 25.170 MW eolici, un valore che pone gli Usa al primo posto del mondo come energia producibile, grazie alle buone condizioni anemologiche. Anche se i risultati finali delle installazioni per l’Europa non sono ancora definitivi, sembra che gli Stati Uniti si posizionino al primo posto anche per la potenza eolica installata, sorpassando quindi la Germania che da un decennio manteneva la leadership mondiale.

La creazione di un forte mercato ha favorito l’insediamento di numerose industrie di produzione di aerogeneratori sul territorio americano, consentendo di incrementare la copertura della domanda interna dal 30% del 2005 all’attuale 50%. Complessivamente gli occupati nel comparto eolico negli Usa sono 85.000, con ben 35.000 posti di lavoro creati nell’ultimo anno e con 9.000 addetti nelle industrie produttrici di componenti di windmills.
Con questo ritmo di crescita sarebbe facilmente raggiungibile l’obbiettivo indicato da un recente studio del Dipartimento dell’Energia di copertura con il vento del 20% della domanda elettrica entro il 2030.

In realtà, dopo il recente exploit, il settore eolico è piuttosto preoccupato. Il futuro del comparto è infatti strettamente legato alle modalità con le quali verrà convertito dal Congresso il pacchetto di 825 miliardi di dollari destinati a risollevare l’economia, una parte dei quali destinati alle rinnovabili. Il fatto è che le agevolazioni consistenti in detrazioni fiscali non funzionano nell’attuale momento di crisi economica. Così si sta tentando di trasformare il sistema delle detrazioni in incentivi diretti. Il Congresso aveva accettato questa nuova impostazione, ma il Senato non l’ha fatta propria. Insomma la battaglia è aperta e nelle prossime settimane si capirà se sarà possibile spianare il terreno per la continuazione del boom delle rinnovabili.

Una cosa è certa. Obama ha affermato di volere raddoppiare la quota di elettricità da rinnovabili in 3 anni con un incremento di 460.000 addetti nel settore energetico e intende fare dell’efficienza energetica, delle rinnovabili e della mobilità sostenibile gli elementi centrali del rilancio dell’economia. Non è un caso se, qualche giorno prima di giurare, il futuro presidente abbia tenuto una conferenza stampa proprio in una fabbrica di componenti di turbine eoliche nell’Ohio.

Del resto la scelta “ambientale” è confortata dai risultati di chi questa strada l’ha già imboccata. Sono appena stati infatti resi noti i dati della California che indicano come i posti di lavoro “verdi” siano aumentati del 10% dal 2005 a fronte di un aumento complessivo limitato all’1% (California Green Innovation Index).

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