Imparare l’energia del futuro

  • 20 Gennaio 2009

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In un'intervista a Gianni Silvestrini le motivazioni, la storia e i risultati del Master Ridef - Energia per Kyoto che quest'anno sarà alla sua quinta edizione.

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L’inizio della quinta edizione del Master Ridef – Energia per Kyoto presso il Politecnico di Milano rappresenta una buona occasione per ripercorrere le motivazioni, la storia, i risultati di un’esperienza considerata originale e di riferimento.
Ne parliamo con l’ideatore, Gianni Silvestrini, attualmente consigliere per l’energia e l’ambiente del Ministro Bersani.

Come nasce l’idea di questo Master?
Al mio arrivo al Politecnico di Milano, dopo l’interruzione anticipata del mio incarico di Direttore Generale presso il Ministero dell’Ambiente conseguente al cambio di Governo del 2001, i tempi sembravano maturi per avviare un Master innovativo e coerente con la nuova domanda di professionalità che si andava profilando in campo energetico.
Era una scommessa, in quanto alcuni elementi del puzzle energetico non erano ancora ben definiti. Penso in particolare al Protocollo di Kyoto le cui sorti erano incerte per la mancata ratifica da parte degli Stati Uniti e al contesto italiano dove, ad esempio, i “certificati bianchi” per l’efficienza energetica giacevano in un cassetto. Inoltre, pur essendo già in circolazione le teorie sul “peak oil”, le quotazioni del petrolio erano ancora sui 30 $/barile.
Il trend generale però era intuibile e stimolante. Inoltre, contavo sull’affinità con un gruppo di docenti del Politecnico, come Federico Butera, Gianni Scudo e Lorenzo Pagliano con i quali avevo lavorato negli anni Ottanta dopo lo scossone energetico generato dalle prime crisi petrolifere. Un’ulteriore opportunità per il Master derivava dalla presenza presso lo Iuav di Venezia di Maria Rosa Vittadini, già Direttore generale presso il Ministero dell’Ambiente e responsabile del servizio di Valutazione di Impatto Ambientale, anche lei incompatibile con l’indirizzo dato dal precedente Governo. Si è avviata così una collaborazione con lo Iuav, che ha portato a organizzare una sezione del Master a Venezia.

Cosa si proponeva il Master e a chi si rivolgeva?
Il contesto energetico era in rapida evoluzione. Le liberalizzazioni intaccavano i monopoli e i vincoli ambientali erano destinati a condizionare in maniera decisiva le scelte future.
Di fronte al nuovo panorama si rendevano necessarie nuove figure professionali. Ci volevano progettisti di impianti solari e di cogeneratori, esperti nell’identificazione di aree adatte alla realizzazione di parchi eolici, consulenti energetici per la realizzazione di edifici bioclimatici. Bisognava qualificare, e rapidamente, esperti in tutti questi campi. Ma non bastava. In una fase di trasformazione delle regole e dei meccanismi di incentivazione occorrevano competenze di tipo trasversale in grado di maneggiare con abilità i nuovi strumenti di mercato, i certificati bianchi, verdi, blu, che conoscessero opportunità e obblighi per Regioni ed Enti Locali, che avessero una comprensione degli intrecci possibili tra la direttiva sull’Emissions Trading e i meccanismi flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto, tra i Piani energetici e quelli della Qualità dell’aria…
Da qui la scelta di rivolgersi a studenti con differenti background. Pur essendo la maggior parte degli iscritti ingegneri, il master è frequentato anche da architetti, economisti, laureati in giurisprudenza e scienze politiche. Questa scelta ha comportato una particolare attenzione nella fase della didattica, ma ha consentito di arricchire il processo formativo. Come è stata sicuramente utile la compresenza di giovani neolaureati e di professionisti che, con già 5-10 anni di lavoro alle spalle, avevano deciso di lasciare l’impiego per un avventura considerata più stimolante.

Come avete affrontato l’aspetto finanziario?
C’era l’idea di fondo, le persone, ma era necessario reperire le risorse economiche. Pur essendo disponibili dei fondi europei abbiamo preferito confrontarci con il mercato. Sono stati gli studenti con le loro iscrizioni e gli sponsor industriali o istituzionali a garantire l’avvio e la prosecuzione dell’esperienza.
In questi anni abbiamo avuto una trentina di importanti realtà istituzionali, imprese e associazioni di categoria che hanno supportato il Master consentendo di fornire borse di studio (da 2.000 a 6.000 € su un costo di iscrizione di 8.000 €) per la maggior parte degli iscritti.

Quanti partecipanti ci sono stati e quali sono stati gli sbocchi professionali?
Il primo anno, 2003-2004, siamo riusciti a trovare un numero di borse per consentire la frequenza di 20 studenti. La sessione successiva hanno frequentato le lezioni in 40, poi in 34 e infine nella quarta stanno completando il corso 39 laureati.
A proposito dell’interfaccia con l’esterno, un aspetto che abbiamo affrontato con particolare attenzione è stata l’organizzazione degli stages. In genere presentiamo un numero di proposte doppie rispetto al numero degli studenti.
La rapidità con cui gli studenti hanno trovato un inserimento lavorativo è sicuramente un dato importante. Mediamente, nei primi due mesi dalla fine del Master due terzi hanno trovato una collocazione. Attualmente i “ridefini” lavorano in oltre cento realtà, grandi imprese e piccole start-up, istituzioni pubbliche o Esco, consentendo in tal modo di attivare una rete di contatti utilissima dal punto di vista lavorativo.

Quali sono le prospettive?
Negli ultimi anni il quadro energetico e ambientale è andato definendosi con sempre maggiore precisione. L’evento più importante è stato l’avvio del Protocollo di Kyoto. Anche in Italia le cose si muovono nella direzione giusta. Dopo la partenza del meccanismo dei certificati bianchi e del “conto energia” per il fotovoltaico, si è avuta un’accelerazione nei primi mesi del governo Prodi (Finanziaria 2007, decreto 311 sull’efficienza energetica degli edifici, ecc.). Contemporaneamente la crescita del prezzo del petrolio, schizzato fino a sfiorare gli 80 $/barile, fa capire che la fase dell’energia a prezzi stracciati è finita.
Ma la decisione destinata ad avere i maggiori impatti futuri è stata l’approvazione da parte di Capi di Governo europei lo scorso 9 marzo dell’obbiettivo 20/20/20 al 2020 che definisce la riduzione delle emissioni climalteranti, la quota di energia risparmiata e la frazione di energia verde da raggiungere alla fine del prossimo decennio. La rivoluzione energetica iniziata solo in alcuni Paesi è destinata a estendersi all’intero continente con una radicalità di cui pochi ancora capiscono la portata.
Di fronte a questa evoluzione saranno sempre più necessarie figure professionali del tipo di quelle formate dal Master Ridef – Energia per Kyoto e c’è da augurarsi che nascano molte altre proposte formative simili in Italia e in Europa.

L’intervista comparirà sul prossimo numero di Casa Energia

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COME PARTECIPARE AL MASTER RIDEF

Sono aperte le iscrizioni ai colloqui di selezione della quinta edizione del Master RIDEF.
Il bando del Master si può scaricare dal sito del Master (www.ridef.polimi.it), del Politecnico di Milano (www.polimi.it) e dell’Università Iuav di Venezia (www.iuav.it).
Il 13 settembre 2007 si terrà presso l’Aula Beltrami del Politecnico di Milano a partire dalle h 17 un incontro con i rappresentanti della Commissione scientifica e del coordinamento del Master RIDEF per presentare il programma formativo e l’organizzazione del Master.
Il bando per la domanda di ammissione ai colloqui finali scade il 19 settembre 2007.

Per informazioni contattate il numero verde 800760999 oppure [email protected]

Per informazioni: www.ridef.polimi.it

5 settembre 2007

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