Come fermare la catastrofe clima

  • 14 Gennaio 2009

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"State of the World 2009", appena pubblicato dal Worldwatch Institute, ha come tema centrale il global warming. Per evitare un "cambiamento catastrofico" per il 2050 le emissioni dovranno essere ridotte almeno dell'85% rispetto ai livelli del 1990.

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Per evitare la catastrofe occorre eliminare quasi completamente le emissioni di CO2 entro il 2050. È il global warming il tema centrale dello State of the world 2009, il rapporto annuale sulle condizioni del pianeta, pubblicato ieri dal Worldwatch Institute e che quest’anno porta il sottotitolo “Into a warming world”, in un mondo che si scalda. Il 2009, sottolinea, il report sarà l’anno decisivo per evitare il peggio : “Quello che uscirà dalla conferenza di Copenhagen – dichiara il presidente del Worldwatch Institute Christopher Flavin – rimarrà scritto nei libri di storia e nella composizione dell’atmosfera”.

E per salvare il pianeta da “un cambiamento climatico catastrofico” – si apprende dallo State of the World – l’accordo dovrà essere molto più coraggioso di quanto è stato fatto finora. Rifacendosi ai dati dell’IPCC lo studio spiega che la temperatura media del pianeta è già aumentata di 0,8 gradi dall’inizio della rivoluzione industriale e salirà di un altro grado a causa dei gas serra già emessi. Anche mantenendo l’aumento di temperatura del pianeta sotto i 2 gradi, le conseguenze ambientali saranno inaccettabili: estinzione di specie, carenza di cibo, stress idrico, alluvioni e un innalzamento del livello del mare che metterà a rischio certi insediamenti costieri.

Occorre – spiega il documento – mantenere l’innalzamento delle temperature al di sotto degli 1,4 gradi. Per farlo serve che entro il 2050 le emissioni siano ridotte di almeno l’85% rispetto ai livelli del 1990. Passata la metà del secolo, poi, le emissioni dovranno continuare a diminuire, così che il pianeta riesca ad assorbire più CO2 di quanta ne viene prodotta.

Il mondo dovrà dunque attrezzarsi a ridurre le emissioni con efficienza e fonti rinnovabili, con un uso assennato del suolo, ma – sottolinea la pubblicazione – dovrà anche adattarsi alle inevitabili conseguenze, ad esempio adottando pratiche diplomatiche che impediscano alla competizione per le risorse che si faranno più scarse di tramutarsi in guerre. Nel decalogo proposto dal Worldwatch Institute per evitare la catastrofe anche l’auspicio che la popolazione mondiale cessi di crescere – grazie a più ampie possibilità per le donne di decidere se avere o meno un figlio – e la necessità di un cambio di stile di vita per chi vive nei paesi più ricchi.

I costi per tagliare i gas serra e per l’adattamento, che secondo il Worldwatch Institute dovrebbero essere a carico soprattutto dei paesi più sviluppati, saranno tra 1 e i 2,5 trillioni di dollari. I costi dell’inazione molto più alti. Come si legge nell’introduzione al documento, scritta dal presidente dell’IPCC, Rajendra Pachauri: “se il mondo non si muove in fretta e in maniera adeguata, gli impatti del cambiamento climatico potranno essere estremamente dannosi e sopraffare la nostra capacità di adattamento. Nello stesso tempo i costi e la fattibilità degli interventi per ridurre le emissioni di gas serra sono pienamente alla nostra portata e porterebbero benefici per molte parti della società”.

Rapporto “State of the World” (in pdf) (versione in inglese non integrale)

GM

14 gennaio 2008
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