L’energia dal vento va veloce

  • 13 Gennaio 2009

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Rapporto Energy Watch: i dati sull'eolico forniti dall'IEA sono stati finora sottostimati, ma nella realtà sono superiori ad ogni passata previsione. Con questo trend nel 2040 si potrebbe rinunciare anche alle fonti fossili. Intanto nel 2008 nuovo record eolico per l'Italia.

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Le potenzialità del vento sono colpevolmente sottostimate. L’International Energy Agency, i cui dati fanno da riferimento alle scelte dei governi del mondo, in tutti questi anni non avrebbe messo in luce adeguatamente quanto l’energia dal vento può fare e avrebbe invece continuato a dipingere come insostituibili petrolio, carbone e nucleare. È questa l’accusa che emerge dal nuovo rapporto pubblicato da Energy Watch, “Wind Power in Context – A Clean Revolution in the Energy Sector”, che fornisce dati e scenari per l’eolico mondiale (vedi allegato).

Nel 1998 l’IEA prevedeva che nel mondo ci sarebbero stati impianti per 47,4 GW di potenza eolica per il 2020. Quella cifra invece – spiega il report – è stata raggiunta con 16 anni in anticipo, cioè nel 2004. Nel 2002 l’agenzia aveva rivisto al rialzo la stima parlando di 104 GW nel 2020: un traguardo che invece il settore ha tagliato già la scorsa estate. Nel 2007 le installazioni eoliche sono state il quadruplo di quello che l’IEA aveva pronosticato.

Nelle ultime stime dell’International Energy Agency, quelle contenute nel World Energy Outlook 2008, si prevede che l’energia dal vento quintuplichi nel periodo 2006-2015, ma poi si pronostica un rapido declino nella decade a venire. Declino per giustificare il quale, sottolinea l’autore del report Rudolf Rechsteiner , “non vengono date argomentazioni”. “Lo studio IEA – continua – resta ancorato a petrolio, gas e nucleare e sembra. che le rinnovabili non abbiano una vera e propria chance per ribaltare la tendenza”. Per Rechsteiner, l’agenzia – che interpellata dal Guardian ha preferito non commentare – “sta fornendo da anni dati fuorvianti sulle rinnovabili”.

Secondo lo studio di Energy Watch, dunque, il vento potrà avere un ruolo molto più consistente di quello che altri dati farebbero pensare. La crescita continuerà perchè guidata non solo dal costo di combustibili fossili e nucleare, ma anche da un accesso sempre maggiore alle risorse eoliche del pianeta, a nuove infrastrutture elettriche, a costi di produzione di componenti e impianti sempre minori. Tra i punti di forza dell’eolico evidenziati dal report, l’assenza di costi operativi in termini di emissioni o di altri scarti di produzione, i tempi rapidi di ritorno degli investimenti, la competitività sempre maggiore.

Gli scenari che “Wind Power in Context” propone per il futuro delle rinnovabili, sono quattro. Se l’eolico continuasse a crescere ai tassi osservati dal 1998 al 2007, cioè del 30,4% annuo, anche con un aumento forte del fabbisogno elettrico (3,6% annuo), entro il 2025 le rinnovabili potrebbero fornire più della metà dell’elettricità mondiale; se il fabbisogno elettrico crescesse meno (1,8%) la quota delle rinnovabili sull’elettricità mondiale potrebbe superare il 65%.

Se invece si ipotizza che l’eolico nei prossimi anni cresca della metà (15,2%) le rinnovabili al 2025 potranno coprire il 23% del fabbisogno elettrico, se questo crescerà del 3,6% annuo, e il 31% se crescerà dell’1,8%. Nei due scenari più favorevoli le fonti fossili potrebbero essere accantonate entro il 2040.

Intanto buone notizie per l’eolico giungono anche dal nostro paese. Il 2008, dicono i dati di Anev e Gse, è stato un anno ottimo per l’elettricità dal vento in Italia. Il tasso di crescita annuale non è diminuito rispetto agli anni precedenti mantenedosi sul 35%, sono stati installati 1.010,40 MW, miglior risultato di sempre, e si è prodotta energia per oltre 6 TWh, cioè quasi il 2% dei consumi interni lordi di elettricità. Una quanità di elettricità pari, cioè, al consumo domestico di 6,5 milioni di italiani, con un risparmio di 4,5 milioni di ton di CO2. In totale oggi in Italia è installata una potenza eolica pari a oltre 3.736 MW.

Questo risultato, dicono in un comunicato congiunto Aper, Anev, Gse ed Enea “è un buon punto di partenza per il raggiungimento degli obiettivi preposti e per consentire di sfruttare a pieno il reale potenziale stimato in oltre 16.000 MW di questa fonte pulita”. E aggiungono che “la ripartizione dell’obbligo tra le Regioni e la semplificazione delle connessioni, oltre a quella dell’iter autorizzativo unico, dovranno vedere quanto prima attuazione per non perdere l’onda positiva di sviluppo che finalmente anche in Italia sta consentendo all’eolico di rivestire il ruolo di sua competenza”.

GM

12 gennaio 2009
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