Fotovoltaico, scelta strategica

  • 28 Novembre 2008

Secondo Silvestrini il fotovoltaico è un settore strategico per il futuro, anche alla luce della crisi finanziaria che sta mettendo in ginocchio l'economia mondiale. Gli sviluppi, il necessario stimolo all'innovazione, il mercato nazionale.

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“Il fotovoltaico è un settore strategico per il futuro, anche alla luce della crisi finanziaria che sta mettendo in ginocchio l’economia mondiale”. Lo ha detto Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e di QualEnergia, intervenendo ad un convegno di Pv Tech Milano 2008.

Nell’ambito del pacchetto UE l’Italia avrà al 2020 un obiettivo del 17% da coprire con le fonti rinnovabili e nel mix energetico nazionale il fotovoltaico potrà avere un ruolo molto importante. Silvestrini ricorda infatti che il position paper italiano prevede 8.500 MW fotovoltaici al 2020, ma la crescita di questo comparto – ha sottolineato Silvestrini – potrà avere effetti positivi anche nei paesi industrializzati, ad iniziare dagli Stati Uniti dove si annuncia una vera e propria rivoluzione verde con l’arrivo alla Casa Bianca di Barack Obama. “In alcuni Stati USA – ha detto Silvestrini – il fotovoltaico potrà raggiungere la competitività con le fonti fossili, la cosiddetta “grid parity“, già entro la metà del prossimo decennio”.

Nel nostro paese questo target è raggiungibile già entro il 2012. I notevoli investimenti in Italia degli ultimi tempi sia a monte che a valle della filiera dimostrano che il settore è già maturo e tra pochi anni potrà guardare non solo al mercato domestico, ma anche a quello internazionale.
Il raggiungimento della grid parity, secondo il direttore scientifico del Kyoto Club, non consentirà però di eliminare gli incentivi, ma andranno ridotti significativamente. Si certo quelli per i grandi impianti a terra, “che a causa della domanda impetuosa rischiano di creare una vera e propria bolla che potrebbe rendere insostenibile il sistema di incentivazione in conto energia, costringendo il governo a repentine marce indietro come è avvenuto con la revisione degli incentivi in Spagna”. Una situazione che potrebbe produrre anche percezioni distorte al livello locale e generare l’opposizione contro le installazioni viste sempre più come una forma di speculazione o di colonizzazione del territorio.

Silvestrini lancia un richiamo al Governo e all’industria, lamentando che “la classe dirigente di questo paese ancora non sembra credere alle potenzialità immense dell’intero settore delle energie rinnovabili”. “Questo atteggiamento provoca – prosegue Silvestrini – uno spostamento dell’asse finanziario altrove, in settori che non potranno dare effetti virtuosi di lungo periodo”.
E conclude: “Poiché la rivoluzione è già in atto, chi non la seguirà con decisione rischierà di perdere l’opportunità di sfruttare queste prospettive di sviluppo industriale e nel giro di 10 anni il divario potrebbe essere già troppo difficile da colmare”. Dunque un forte appello per orientare l’economia verso l’innovazione e la ricerca nella direzione di ottenere tecnologie rinnovabili ancora più efficienti e a basso costo.

E tra le tecnologie fotovoltaiche, quella che merita grande attenzione, anche se ancora in fase di start-up commerciale, è il fotovoltaico a concentrazione (CPV), sistema che utilizza specchi o lenti per concentrare la luce solare su una ridotta quantità di celle FV ad elevata efficienza.
Secondo Gianni Chianetta, presidente di Assosolare (Associazione dell’Industria Solare Fotovoltaica), che lo ha annunciato sempre nell’ambito di Pv Tech, gli incentivi per il fotovoltaico potrebbero essere estesi anche al FV a concentrazione. Ci potranno volere ancora alcuni mesi, il tempo necessario al governo definire un apposito decreto attuativo ad hoc, come previsto dallo stesso decreto riguardante il nuovo conto energia (DM 16 febbraio 2007). Qui, nell’articolo 15, comma 2, si legge che “al fine di favorire lo sviluppo di tecnologie innovative per la conversione fotovoltaica che permettano anche l’aumento(dell’efficienza di conversione dei componenti e degli impianti, … adotta (il Ministero dello Sviluppo Economico, ndr) gli atti necessari per promuovere lo sviluppo delle predette tecnologie ed imprese, nel limite di una potenza nominale di 100 MW, aggiuntiva al limite di 1.200 MW di capacità fotovoltaica entro cui sono ammessi gli incentivi”.

Il decreto attuativo colmerà una lacuna del sistema di incentivazione italiano rispetto a quello della Germania e della Spagna, dove già assegnano un premio alla produzione di elettricità con questa tecnologia. Fra l’altro una tecnologia questa che in Italia è oggetto anche di importanti ricerche e sperimentazioni come quelle dell’ENEA e dell’Università di Ferrara, oltre ad essere presente in alcuni progetti approvati nell’ambito di Industria 2015.

Intanto in Italia il contatore del conto energia sul sito del GSE corre (nell’ultimo mese è stata inserita una nuova potenza pari ad almeno 22 MW) e si stima che il prossimo anno i numeri saranno ancora più importanti nonostante la crisi economica e alcune disposizioni riguardanti lo scambio sul posto che potrebbero rallentare, almeno temporaneamente, le installazioni (vedi documento).
Gli impianti attualmente incentivati con il conto energia (al 28 novembre) sono finora 20.132 per una potenza di oltre 226 MW: 5.045 sono relativi al primo conto energia (116 MW) e 15.087 al nuovo conto energia (110 MW).
Se analizziamo solo il 2008, risulta che la potenza in esercizio ha superato i 147 MW per oltre 12.400 impianti allacciati alla rete. Abbiamo valutato che ogni settimana vengano realizzati (o meglio incentivati) in media nuovi 260 impianti e una potenza di 3,1 MW.
Va segnalato il fatto una decine di giorni fa superando quota 140 MW nel 2008, abbiamo potuto riscontrare un esatto raddoppio rispetto alla potenza installata del 2007 (70 MW). Per la fine dell’anno si ritiene molto probabile il superamento di quota 160-165 MW.

LB

Fonti: Zeroemission.eu, GSE, Kyoto Club

28 novembre 2008

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