Anche l’eolico risente delle conseguenze della crisi economica-finanziaria. A metterlo in evidenza un rapporto di
Frost & Sullivan reso noto ieri. Il mercato del vento – spiega l’agenzia – sta subendo una battuta di arresto e diverse società stanno già tagliando la produzione e i piani industriali per il 2009. Il settore – si legge – sta lentamente facendosi influenzare dalla situazione economica e potrebbe registrare una riduzione dei ritmi di crescita che si erano avuti in questi anni (nel 2007
abbiamo visto un aumento della potenza globale installata del 30% rispetto al 2006). Alcuni operatori di mercato stanno già riducendo i loro ambiziosi obiettivi di produzione e sviluppo e ciò potrà causare problemi su tutta la filiera della tecnologia..
Ma non tutto il male viene per nuocere e così emerge dal report che il rallentamento del settore potrà avere anche conseguenze positive, come la diminuzione dei prezzi delle turbine, dovuti in primis al calo dei costi delle materie prime.
Altro effetto benevolo la riduzione dei tempi di consegna delle componenti, che porterà a un riequilibrio del mercato fra domanda e offerta. Negli ultimi anni la domanda di componenti, infatti, è stata molto alta rispetto alla produzione, creando acute carenze che pesavano sull’industria. Assicurarsi componenti critiche per questa tecnologia, quali scatole del cambio e cuscinetti, era diventato un problema e ci si aspettava – spiega Frost & Sullivan – che questo collo di bottiglia, cioè una produzione non al passo con le richieste, sarebbe durato almeno due o tre anni.
“La diminuzione nei costi delle materie prime e delle componenti, combinata al sostegno governativo per le energie rinnovabili dovrebbe sostenere la domanda di turbine eoliche – conclude il comunicato Frost & Sullivan – è importante, però, che il settore provveda ad una crescita nella performance degli assetti industriali esistenti e si occupi delle rimanenti sfide tecnologiche. In tal modo il settore dell’energia eolica riemergerà più forte e competitivo, una volta superata questa crisi.”
Intanto, buone notizie dal fronte del vento arrivano invece dalla penisola iberica: ieri in Spagna, ha fatto sapere l’associazione nazionale dei produttori eolici spagnoli (Asociación Empresarial Eólica), grazie ai forti venti l’eolico ha segnato un vero e proprio record fornendo, intorno alle 5 del mattino, una copertura della domanda di elettricità pari al 43% del paese (vedi comunicato): erano in furnzione in quel momento 9.253 MW eolici di fronte ad una domanda di 21.264 MW. Il precedente record risaliva al 22 marzo 2008 alle ore 18, quando la copertura con l’eolico fu del 40,8% (9.862 MW). L’associazione stima che a fine 2008 l’eolico avrà fornito l’11% dell’elettricità spagnola. Nel 2007 l’energia dal vento ha evitato alla Spagna di importare energia per oltre un miliardo di euro e di emettere 18 milioni di tonnellate di CO2.
Altro record eolico iberico sarà quello che avverrà mercoledì in Portogallo quando verrà inaugurato il più grande parco eolico d’Europa: il parco di Ventominho, nel nord-ovest del Portogallo al confine con la Spagna, raggiungerà la potenza di 240 MW.