Solo asfalto per i pendolari

  • 19 Novembre 2008

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Secondo un rapporto Legambiente, le Regioni hanno investito in media sui servizi ferroviari meno dello 0,04% dei fondi territoriali. Dal 2001 i pendolari sono aumentati del 14%. Tagli del Governo anche in finanziaria.

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In Italia aumenta il numero dei pendolari, ma per loro diminuscono le offerte e i fondi destinati ai trasporti. Lo denuncia Legambiente nel rapporto sulla mobilità presentato oggi a Roma nell’ambito della campagna “Pendolaria – la libertà di muoversi in treno” (vedi rapporto in allegato)
I finanziamenti da parte dei Governi che si sono succeduti in questi anni hanno premiato per oltre il 70% gli investimenti in strade e autostrade. Nella Finanziaria in corso di approvazione alla Camera mancano all’appello almeno 400milioni di euro per garantire i servizi essenziali e scongiurare il taglio di linee frequentate da migliaia di persone ogni giorno (vedi articolo “Treni veloci e tagli locali“)

Dal versante Regioni la situazione non migliora: la spesa regionale per le infrastrutture ha visto premiare nel periodo 2002-2008 per circa l’84% gli investimenti a favore delle strade, mentre alle ferrovie e alle metropolitane sono stati destinati rispettivamente il 10,57% e il 5,53% del totale.
L’associazione rivela nel suo studio come nel 2008 la voce di spesa regionale per i servizi su rotaia non abbia raggiunto nemmeno lo 0,04% del totale degli stanziamenti regionali. Di più: Molise, Sardegna e Calabria non hanno destinato ai pendolari nemmeno un centesimo.
Stando al rapporto Legambiente, le Regioni che più hanno investito sui servizi ferroviari, Lombardia e Toscana, hanno destinato rispettivamente 42,45 e 31,9 milioni di euro, solo lo 0,37 e lo 0,38% dei fondi territoriali. Come se non bastasse, Regioni come la Basilicata negli ultimi cinque anni hanno speso solo in servizi stradali, e ai servizi ferroviari sono arrivate solo briciole: lo 0,04% del bilancio 2008.

Il Censis stima che sono 14 milioni le persone che viaggiano in treno e negli ultimi sette anni il flusso dei pendolari è aumentato del 14,5%: dai 412 milioni di persone del 2001 ai 482 di quest’anno. Il rapporto evidenzia, inoltre, che per i pendolari manca il nuovo orario, quello che dovrebbe partire il 14 dicembre prossimo e che Trenitalia non ha stampato perchè non sarebbe in grado di stabilire quali e quanti mezzi ci sono a disposizione.

Le situazioni più gravi riguardano le aree urbane e in particolare quelle metropolitane, dove, con soli 161,9 km (pari quasi alla rete della sola città di Berlino) siamo all’ultimo posto in valore assoluto; le ferrovie suburbane, che contano in totale solo 582,4 km di estensione, sono pari a circa un terzo della rete esistente in Spagna e Regno Unito e ad un quarto di quella tedesca.

Per Legambiente quella dei pendolari “rappresenta la principale voce della domanda di trasporto ferroviario”:pertanto, “dare risposta a questa domanda è quantomai strategico” per un Paese come l’Italia. “Un forte rilancio del trasporto ferroviario pendolare rappresenta una scelta lungimirante – sostiene Vittoria Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – perchè offre una risposta concreta ai bisogni dei cittadini e insieme guarda al futuro delle città italiane”. E poi va compreso che la riduzione delle emissioni di CO2, la realizzazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e del nuovo Pacchetto Energia e Clima dell’UE al 2020 passano anche e soprattutto dalla mobilità urbana.

19 novembre 2008

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