Il verde della Casa Bianca

  • 19 Novembre 2008

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Al summit sui cambiamenti climatici organizzato dal governatore della California, Obama sancisce la rottura con la politica ambientale dell'era Bush e rinnova i suoi impegni per le rinnovabili e la riduzione delle emissioni.

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In California Barack Obama ha dato una prima conferma dell’intenzione di rompere nettamente con la politica energetico-ambientale di Bush. Ha partecipato, via video, a un summit internazionale sulle politiche contro il global warming organizzato dal governatore californiano Arnold Schwarzenegger che sappiamo è il repubblicano più attivo sul fronte ambientale. Lunedì ha annunciato che la California produrrà entro il 2020 il 33% di elettricità rinnovabile e si è fatto principale promotore di un neonato mercato delle emissioni tra 7 stati dell’ovest e alcuni stati canadesi.
 
Un ospite dunque ideale per accogliere le dichiarazioni del neopresidente democratico che ha affermato: “Quando sarò presidente ogni governatore che vorrà agire a livello statale contro il riscaldamento globale avrà un partner alla Casa Bianca. Ogni azienda che vorrà promuovere l’energia pulita avrà un alleato a Washington. E ogni nazione che voglia unirsi alla causa della lotta al cambiamento climatico avrà un alleato negli Stati Uniti d’America”.

Il neopresidente ha poi ricordato i suoi impegni in materia e ricordato i vantaggi economici che darà questa sfida: investire 15 miliardi di dollari ogni anno per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e riportare le emissioni ai livelli del 1990 entro il 2020 per poi ridurle dell’80% entro il 2050, non solo diminuirà la dipendenza Usa dal petrolio estero – ha sottolineato – ma ravviverà l’economia creando 5 milioni di posti di lavoro.

La presidenza di Bush, ha dichiarato Obama, si è dimostrata un fallimento in questo ambito: “ma le cose cambieranno appena assumerò l’incarico”. Parole incoraggianti alla vigilia dei prossimi colloqui internazionali sul clima a Poznam del mese prossimo, a cui Obama parteciperà solo tramite rappresentanti del Congresso.
Parole che sono piaciute anche agli ambientalisti italiani, come si desume dalle dichiarazioni del Wwf nazionale, che le ha definite una “clamorosa svolta storica nella politica sui cambiamenti climatici che dovrebbe spingere il governo italiano a rivedere le proprie posizioni in materia di energia.”

“Il discorso di Obama – sostiene il Wwf – costituisce una completa inversione di rotta rispetto alla politica negazionista e ostruzionistica dell’amministrazione Bush”. Per questo si augura che “anche in Italia vi siano politici che emulino la capacità bipartisan di assumere una leadership visionaria sui cambiamenti climatici e di porre fine al colpevole immobilismo dell’amministrazione Bush”.

L’Italia ora – spiega l’associazione – dovrebbe spingere con forza per l’approvazione del pacchetto europeo sul clima, anziché ostacolarlo; per il Wwf, infatti, indebolire la leadership europea di fronte alla svolta Usa sarebbe “un atto autolesionista e stupido”.

GM

19 novembre 2008

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