Il neopresidente ha poi ricordato i suoi impegni in materia e ricordato i vantaggi economici che darà questa sfida: investire 15 miliardi di dollari ogni anno per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e riportare le emissioni ai livelli del 1990 entro il 2020 per poi ridurle dell’80% entro il 2050, non solo diminuirà la dipendenza Usa dal petrolio estero – ha sottolineato – ma ravviverà l’economia creando 5 milioni di posti di lavoro.
La presidenza di Bush, ha dichiarato Obama, si è dimostrata un fallimento in questo ambito: “ma le cose cambieranno appena assumerò l’incarico”. Parole incoraggianti alla vigilia dei prossimi colloqui internazionali sul clima a Poznam del mese prossimo, a cui Obama parteciperà solo tramite rappresentanti del Congresso.
Parole che sono piaciute anche agli ambientalisti italiani, come si desume dalle dichiarazioni del Wwf nazionale, che le ha definite una “clamorosa svolta storica nella politica sui cambiamenti climatici che dovrebbe spingere il governo italiano a rivedere le proprie posizioni in materia di energia.”
“Il discorso di Obama – sostiene il Wwf – costituisce una completa inversione di rotta rispetto alla politica negazionista e ostruzionistica dell’amministrazione Bush”. Per questo si augura che “anche in Italia vi siano politici che emulino la capacità bipartisan di assumere una leadership visionaria sui cambiamenti climatici e di porre fine al colpevole immobilismo dell’amministrazione Bush”.
GM