Obama, yes we can, anche sul clima

  • 5 Novembre 2008

CATEGORIE:

La storica vittoria di Obama porterà profondi cambiamenti anche nello scenario energetico e climatico degli Usa e mondiale. Probabile una forte spinta all'industria delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Il commento di Gianni Silvestrini.

ADV
image_pdfimage_print

Cosa cambia con la vittoria di Barack Obama sul fronte energetico e climatico? Molto. Si tratta dell’ambito, insieme alla guerra in Iraq, dove più deciso sarà il mutamento rispetto all’attuale amministrazione.
Obama ritiene, infatti, importante che gli Stati Uniti si impegnino nella lotta ai cambiamenti climatici e propone un rientro del paese nelle negoziazioni internazionali sul clima, senza attendere che Cina e India facciano altrettanto, evitando così una paralisi del processo decisionale.

Come strumento d’azione propone uno schema analogo a quello dell’emissions trading europeo, ma con un pagamento delle quote da parte delle industrie e la destinazione dei proventi (15 miliardi di dollari all’anno) per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Questo meccanismo penalizzerà evidentemente la produzione di energia da carbone.

Molto tiepida è la sua posizione sul nucleare: non si faranno centrali prima che venga definitivamente risolta la questione della messa in sicurezza delle scorie radioattive. Lo scenario nuclearista riceve quindi un duro colpo anche per la sua opposizione al grande cimitero di scorie di Yucca Mountain sul quale si è affannato il dipartimento americano per l’energia. Una scelta che avrà effetti anche su scala mondiale.

Non mancano poi obiettivi di settore. Innanzitutto la copertura del 25% della domanda di energia elettrica al 2025 con le rinnovabili; al 2012 l’obiettivo è del 10%.
Obama spingerà molto anche sul versante dell’efficienza energetica che nel settore dell’edilizia dovrebbe portare ad un’ampia riqualificazione degli edifici e dal 2030 a costruire solo case “carbon neutral”.
Inoltre, i consumi di elettricità al 2020, grazie alle politiche di efficienza energetica, dovrebbero ridursi del 15% rispetto allo scenario tendenziale.

Insomma, l’ingresso di Obama alla Casa Bianca rappresenta il ritorno negli USA sulla scena mondiale per la lotta contro i cambiamenti climatici e un forte rilancio dell’industria delle fonti rinnovabili.
Alla luce delle novità in arrivo risulta ancora più imbarazzante e penoso il balbettìo italiano per sottrarsi dagli impegni contro il riscaldamento del pianeta.

Gianni Silvestrini

5 novembre 2008

 

Potrebbero interessarti
ADV
×