L’energia al tempo delle elezioni USA

  • 24 Settembre 2008

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Grandi cambiamenti in tema di energia e di ambiente si attendono dal prossimo presidente statunitense. Intanto dai sondaggi si nota una certa convergenza di opinioni tra i sostenitori dei due contendenti.

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Le elezioni presidenziali americane sono alle porte e tutti gli osservatori si attendono radicali cambiamenti nella politica energetica degli Stati Uniti qualunque sia il vincitore. E molti ritengono che strategie e scelte nazionali e internazionali dipenderanno da questo esito.
Un sondaggio di WorldPublicOpinion.org ha rilevato che i sostenitori di John McCain e di Barack Obama sembrano convergere in modo sostanziale sulle questioni legate ai bisogni energetici del paese, così come quelle relative ai cambiamenti climatici.

Ad esempio, alla domanda se il governo debba richiedere alle società elettriche di utilizzare più diffusamente le fonti rinnovabili, anche se queste porteranno ad un incremento dei costi nel breve periodo, il 75% dei sostenitori del democratico Obama e il 60% di quelli del repubblicano Mc Cain ha risposto positivamente.
I votanti dei due leader, che spesso si caratterizzano per visioni contrapposte, in realtà respingono la tesi che aumentare la quota di rinnovabili possa comportare costi tali da danneggiare l’economia. La maggioranza dei loro sostenitori (l’83% di Obama e il 73% di Mc Cain) ritiene, infatti, che con l’attuale innalzamento dei costi dell’energia, nel lungo periodo investire in fonti pulite farà risparmiare denaro.
Generalizzato è il sostegno all’energia solare ed eolica: 89% per i fautori di Obama e 86% per quelli di Mc Cain. Più elevato il distacco quando si parla di elettricità da fonti fossili e da nucleare: qui i sostenitori di Obama sono nettamente più contrari di quelli del rivale.

Anche sull’efficienza energetica entrambi gli schieramenti concordano nel favorire politiche incisive in questa direzione. Infatti, il 71% dei supporter di Obama e il 55% di quelli di Mc Cain chiedono che il governo esiga dalle imprese un uso dell’energia più efficiente, anche se tale approccio potrà rendere i prodotti più costosi. In totale, il 61% degli americani pensa che questa imposizione alle aziende sia necessaria. Non è poi così lontano da questa posizione anche il risultato di una ricerca di mercato della Carbon Disclosure Project che negli stessi giorni aveva riscontrato che l’81% delle società statunitensi, che vi hanno risposto, percepiscono i cambiamenti climatici come un serio rischio per il loro business, anche se poi solo il 33% ha intrapreso iniziative per ridurre le proprie emissioni.

Tornando al sondaggio di WorldPublicOpinion.org, le percentuali si riducono sensibilmente quando si ipotizza una tassa extra per l’acquisto di modelli di elettrodomestici, apparecchiature o automobili non efficienti energeticamente: il 52% dei sostenitori di Obama è favorevole, mentre il 58% di quelli di Mc Cain vi si oppone.
Per quanto possano valere i sondaggi su questi temi complessi, dipendenti anche da come vengono poste e articolate le domande, è interessante notare che un certo cambiamento dell’opinione degli americani sull’argomento ha ormai preso piede. I modelli di comportamento saranno più duri a morire, ma la percezione che l’epoca dell’energia a basso costo sia definitivamente tramontata, nonostante quanto ne dica la Sarah Palin, è convinzione di molti cittadini americani e la recente forte riduzione delle vendite di SUV e pick up lo testimonia chiaramente.
Ad oggi, il prezzo dell’energia e della benzina alla pompa è un fattore di cambiamento più rapido rispetto ai timori procurati da tanti scenari legati agli effetti dei gas serra.

24 settembre 2008

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