Se i comuni si scaldano a legna

  • 19 Settembre 2008

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Budoia, piccolo comune delle prealpi friulane, sabato accenderà un impianto di teleriscaldamento a legno cippato. Un investimento che si ripagherà in 15 anni e che eviterà 74 tonnellate di CO2 all'anno.

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Chi conosce la zona delle prealpi del nord-est ha ben presente come in questo ultimo mezzo secolo, con il benessere economico e l’abbandono dell’agricoltura di sussistenza, la superficie boschiva abbia riguadagnato salute ed estensione riprendendosi molta della terra un tempo destinata a pascoli e colture.
Bruciare legna è un modo di ottenere energia con un bilancio neutro in fatto di emissioni (la CO2 rilasciata nella combustione è quella che le piante hanno immagazzinato nella loro crescita) e molti paesi della zona alpina (e non solo) stanno cominciando a sostituire combustibili fossili con biomasse, spesso usate per impianti di teleriscaldamento.

Lo ha fatto anche Budoia, piccolo comune in provincia di Pordenone tra i boschi della pedemontana friulana. Il paese, che negli anni passati aveva già dimostrato attenzione per le rinnovabili dotando di impianti fotovoltaici scuole ed edifici comunali, questo sabato accenderà una caldaia a legno cippato allacciata ad un sistema per teleriscaldamento.

L’idea – ci spiega il sindaco Antonio Zambon – è venuta dall’esperienza di altri comuni al di là delle alpi; Budoia infatti aderisce all’Alpenallianz – Alleanza nelle Alpi, un’associazione di comuni di sette paesi alpini che si impegnano per uno sviluppo sostenibile della montagna. L’impianto, che ha una potenza termica di 700 kW; per ora riscalderà solo alcuni edifici comunali, ma la previsione è di allacciarvi altri edifici, anche privati.

La legna proverrà dagli abbondanti boschi della zona, all’inizio da quelli demaniali ma in futuro, spiega il primo cittadino, si punta a costruire una filiera che coinvolga anche i proprietari locali. La caldaia  regolata da un sistema automatico e in cui il cippato viene sottoposto ad una doppia combustione (gassificazione e ossidazione dei gas di legno) ha emissioni significativamente inferiori a quanto prevede la normativa.

Con una spesa di 334.500 euro (sostenuta per metà dalla Regione), il comune friulano risparmierà ogni anno oltre 30 mila metri cubi di metano, rimpiazzati da 85 quintali circa di cippato, che costano attorno ai 10 mila euro. Un investimento, ci spiega il sindaco, che si ripagherà in circa 15 anni, e che permetterà di evitare ogni anno l’emissione di 74,4 tonnellate di anidride carbonica.

GM

19 settembre 2008
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