Mantenuto l’obiettivo (quello approvato dal Parlamento europeo) di utilizzare nel 2020 almeno il 10% dell’energia da rinnovabili per il trasporto stradale, sono però stati posti criteri più stringenti sui biocarburanti che si potranno usare, introducendo una quota minima di energia per il trasporto da ricavarsi con i metodi meno impattanti.
I biocarburanti da utilizzare per raggiungere l’obiettivo, ha stabilito l’ITRE, dovranno garantire una riduzione delle emissioni di CO2 del 45%, (anziché del 35% come proposto dalla Commissione europea) rispetto ai carburanti fossili tradizionali e, dal 2015 in avanti, la riduzione delle emissioni dovrà essere almeno del 60%. Un modo per incentivare, tra le energie alternative per il trasporto, quelle più sostenibili.
In questo senso va anche la decisione che almeno il 40% della quota di rinnovabili che l’obiettivo prevede per i trasporti al 2020, derivi da fonti più sostenibili rispetto ai biocarburanti tradizionali: il 4% del totale dei carburanti sulle strade europee nel 2020 sarà infatti costituito da idrogeno, elettricità e biocombustibili di seconda generazione (prodotti, per esempio dalla cellulosa, dai rifiuti o dalle alghe).
Le rinnovabili nei trasporti, per le quali la Commissione industria ed energia ha anche fissato un traguardo intermedio del 5% al 2015, dovrebbero così contribuire significativamente all’obiettivo finale del 20%.
Una proposta, quella approvata dall’ITRE, che imporrebbe tra l’altro agli Stati di adeguare la propria rete di distribuzione e i sistemi di immagazzinamento in modo da adattarsi al meglio alla discontinuità di queste fonti, cosa che è piaciuta all’industria delle rinnovabili, come l’EWEA, l’associazione europea dell’eolico. Ora bisognerà attendere la votazione plenaria del Parlamento europeo, che avverrà a ottobre.
GM