La controfinanziaria sostenibile

  • 10 Settembre 2008

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Anche ambiente ed energia nei 100 punti presentati al forum Sbilanciamoci!, come critica e proposta alternativa alla attuale manovra finanziaria e a un modello di sviluppo iniquo e non più sostenibile.

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Una tassa sui voli aerei progressiva rispetto alla lunghezza e alla classe del volo, un superbollo da 2000 euro sugli Sport Utility Veichles (Suv) il cui ricavato andrebbe ad incentivare la mobilità sostenibile, carbon tax e impegni certi per la riduzione delle emissioni: sono alcuni delle proposte per una contro finanziaria presentate a Sbilanciamoci!, l’incontro annuale che riunisce 46 associazioni impegnate nel sociale, nella difesa dei consumatori o dell’ambiente conclusosi sabato a Torino.

Un incontro che parte dalla critica del modello di sviluppo esistente per lanciare proposte alternative per un’economia che, come spiega il portavoce del forum Giulio Marcon, sia “fondata sui diritti, l’ambiente e la pace”. Bocciata nettamente dagli aderenti al forum la manovra finanziaria del governo Berlusconi in cui “si rende ancora più precario il lavoro e si indeboliscono le norme sulla sicurezza sui posti di lavoro. Si rilanciano le grandi opere e le centrali nucleari: gli interventi in materia ambientale per la mobilità sostenibile e le energie pulite sono invece drasticamente ridotti.”

La proposta alternativa di Sbilanciamoci (vedi documento allegato): 100 punti da cui far nascere una contro-finanziaria che tenga più in considerazione la sostenibilità e l’equità sociale. Accanto agli argomenti più propriamente sociali, precarietà, integrazione, diritto alla casa, ecc., nel documento presentato al forum, cui partecipano anche Legambiente e WWF e che quest’anno era dedicato al tema del lavoro, si parla anche di ambiente ed energia, aspetti che non si possono tralasciare quando si criticano le conseguenze di un certo sistema economico. Non a caso Silanciamoci 2008 si è svolto alla Ex-Mirafiori di Torino, luogo simbolo di una visione della società produttivista e legata a doppio filo all’automobile e ai combustibili fossili.

Ecco che allora, accanto al già citato super bollo sui Suv, si parla molto di investimenti per la mobilità sostenibile, le ferrovie locali, il trasporto pubblico. Azioni per le quali i fondi, rimarca Sbilanciamoci!, sono stati tagliati per finanziare l’abolizione dell’ICI. Occorrono invece, si legge nel documento, un “rilancio e la riforma del trasporto pubblico locale con servizi integrati su scala metropolitana, con il potenziamento dei servizi ferroviari sulla media e corta distanza (IC, regionali e locali), dove si concentra l’80% dell’utenza, e la costruzione di ferrovie suburbane”.

Nel realizzare le strade, secondo i componenti del forum, bisogna guardare “meno alle velocità di punta garantite dai tracciati (poco utili per un traffico di distribuzione), e più alla capacità offerta, soprattutto nei nodi maggiormente congestionati, nonché alla facilità di accesso/uscita da parte del traffico locale e riorientare il trasporto individuale privato tramite l’applicazione di tariffe sull’uso dell’auto (transito, sosta, accesso) anche per contrastarne l’uso nei segmenti di brevissimo raggio”.

Si parla poi di un fondo contro le ecomafie e gli abusivismi edilizi, ma anche di altri provvedimenti che hanno ricadute positive su ambiente ed energia: come quelli che promuovono le filiere corte e l’agricoltura biologica mediante un fondo ricavato dalla riduzione del contingente di carburanti defiscalizzato (250.000 tonnellate di biocarburante per 200 milioni di euro di spesa).

In quanto ad energia, i 100 punti parlano soprattutto della necessità di ridurre le emissioni e di rigetto del nucleare. Nucleare che, si legge nella premessa del documento, oltre ad “assorbire il 90% delle risorse dei fondi destinati alla ricerca di fonti alternative ai combustibili fossili” avrebbe “inesistenti vantaggi dal punto di vista ambientale: anche se si raddoppiassero le centrali nucleari su scala globale, con i relativi rischi per la sicurezza e per lo smaltimento delle scorie nucleari, queste contribuirebbero solo ad una riduzione del 5% delle emissioni climalteranti. Inoltre si avranno sicuri svantaggi in termini di tempi e costi: solo al 2030 si potrebbe avere un parco di 10 centrali in Italia, per un totale di 10-15 mila MW di potenza installata, e un costo tra i 30 e i 50 miliardi di euro di investimenti, in gran parte pubblici”.

Per ridurre le emissioni invece, secondo il forum, occorre agire anche a livello fiscale: ecco che dunque uno dei 100 punti propone la carbon tax: un’imposta proporzionale al contenuto di carbonio delle singole fonti. “Un provvedimento nazionale – ci spiega Tommaso Rondinella, uno dei promotori del forum – che vada ad aggiungersi all’emission trading europeo, tassando le emissioni delle auto e delle industrie per disincentivare le energie climalteranti.”

Occorre, inoltre, dice Rondinella, “l’applicazione del protocollo di Kyoto, nel rispetto, almeno, dei nuovi obiettivi europei al 2020 (riduzione di almeno il 20% delle emissioni di CO2, traguardo del 20% di produzione energetica da rinnovabili e miglioramento del 20% nell’efficienza energetica), la riconversione ecologica delle attività produttive, avendo però come obiettivo ottimale la riduzione delle emissioni nazionali per i Paesi industrializzati tra il 25% e il 40% sotto il livello del 1990 entro il 2020.

“Un impegno per la riduzione delle emissioni che, si legge in un altro punto, il Governo dovrebbe prendere in vista del G8 del 2009 individuando “un percorso di riduzione delle emissioni che consenta di rimanere ben al di sotto di un aumento medio globale di 2 gradi centigradi della temperatura (rispetto ai livelli pre-industriali), conseguendo il raggiungimento del picco e la diminuzione delle emissioni di CO2 entro 10-15 anni e con il conseguimento entro il 2050 dell’obiettivo di riduzione dell’80%, rispetto ai livelli del 1990”.
Attualmente, commenta Rondinella, ” l’Italia non ha una road map definita e non sta raggiungendo gli obiettivi, anzi al governo c’è chi dice che non sia assolutamente possibile raggiungerli. Con questi due punti noi chiediamo che alemno venga delineato un piano per stare dentro ai parametri di Kyoto”.

GM

10 settembre 2008
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