L’Unione europea aveva imposto il dazio sull’import delle lampade a risparmio energetico cinesi nel 2001, sostenendo che gli esportatori cinesi infrangevano le regole del commercio internazionale. La riscossione della tassa doveva cessare l’anno scorso ma è stata prorogata di un anno e la prossima scadenza è prevista a ottobre. Scadenza in vista della quale la tedesca Osram, azienda della Siemens che produce lampadine a basso consumo si è mobilitata per chiedere alla Commissione di estendere ulteriormente la misura protezionistica. Suscitando la reazione dei rivenditori, oltre che della Philips, il più grande produttore mondiale di lampadine.
Per i rivenditori i dazi, che arrivano fino al 66%, gonfiano artificialmente i prezzi delle lampadine efficienti nei negozi, facendo calare la domanda di lampade a basso consumo. Le imposte – sostengono – andrebbero in direzione opposta rispetto all’obiettivo comunitario di ridurre i consumi di energia del 20% entro il 2020. “Se in ogni abitazione si acquistasse una lampadina ad alta efficienza – argomentano – si risparmierebbero 2 miliardi di euro di energia, senza contare le relative emissioni di CO2”.
GM
24 luglio 2008