Il nucleare francese sospeso

  • 28 Maggio 2008

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L'Autorità francese per la sicurezza nucleare ha ordinato a Edf di bloccare i lavori di costruzione della centrale di terza generazione Epr da 1.650 MW di Flamanville per gravi anomalie nella costruzione del reattore.

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L’Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn) ha ordinato a Edf di bloccare i lavori di costruzione della centrale di terza generazione Epr da 1.650 MW di Flamanville nella Manche. La notizia riportata anche da Quotidiano Energia parla di uno stop legato ad una serie di anomalie riscontrate nei controlli che l’ente ha effettuato all’interno del cantiere nell’ambito di un’analisi che ha coinvolto 59 reattori nucleari su tutto il territorio francese.
In particolare si constatata una anomalia nell’armatura dell’isolotto che dovrebbe sostenere il reattore nucleare. Yannick Rousselet, responsabile della campagna Energia di Greenpeace Francia, ha sottolineato come questo sia l’ultimo di una lunga serie di problemi che hanno segnato i lavori per la costruzione del reattore: cemento di qualità inferiore, fessure nel calcestruzzo, assenza o difettosità dell’armatura, presenza di personale non qualificato e addirittura modifiche non autorizzate al progetto in corso d’opera.
Thomas Houdré, a capo delle ispezioni dell’Asn nel sito di Flamanville, ha precisato che le anomalie rilevate non costituiscono una minaccia per la sicurezza dell’impianto, ma che i controlli hanno mostrato “una mancanza di rigore nei lavori di costruzione, il che è inaccettabile”.

I lavori potranno ricominciare soltanto dopo un nuovo via libera dell’Autorità, quindi presumibilmente dopo l’approvazione di un piano che preveda la risoluzione dei problemi qualitativi. C’è il rischio di uno slittamento dei tempi di realizzazione dell’impianto nucleare previsto per il 2012. Anche se Edf fa sapere che è ancora troppo presto per tirare conclusioni.
Enel, nell’ambito dell’intesa raggiunta a fine 2007 con Edf, ha una quota del 12,5% nel progetto e anche un’opzione per partecipare nella stessa misura ai 5 progetti Epr che potrebbero essere realizzati in Francia entro il 2023. L’investimento complessivo per la costruzione della centrale di Flamanville è stimato in 3,6 miliardi di euro.

Monica Frassoni, Co-Presidente del Gruppo dei Verdi/ALE, ha così commentato la notizia: “La chiusura del cantiere dell’EPR giungerà forse come una doccia fredda – speriamo salutare – per coloro che in Italia si sono accodati al ministro Scajola negli ultimi giorni, dopo la sua “promessa” alla platea di Confindustria di posare la prima pietra di una nuova centrale nucleare in Italia entro i prossimi cinque anni. Ma quanto accaduto in Francia non dovrebbe affatto sorprendere, considerata l’analogia con i problemi verificatisi anche con l’unico altro reattore in costruzione in Europa, ossia quello di Olkiluoto-3 in Finlandia, i cui costi hanno già raggiunto la spettacolare di cifra di 4,5 miliardi di euro rispetto ai 3 inizialmente preventivati e che ha già accumulato un ritardo nei lavori superiore ai due anni.
Non è un caso se negli Stati Uniti da 34 anni tutte le richieste di autorizzazione per la costruzione di una centrale nucleare vengono seguite regolarmente da un abbandono del progetto da parte dei proponenti, che non hanno alcun desiderio di imbarcarsi in un impresa i cui rischi economici nel medio termine hanno una probabilità di gran lunga superiore ai benefici economici sul lungo termine. La verità è che senza ingenti investimenti pubblici il nucleare semplicemente non produce profitto.”

28 maggio 2008

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