Come? Realizzando megaimpianti fotovoltaici, sia con moduli convenzionali che a concentrazione, per una superficie occupata pari a 120.000 chilometri quadrati nei territori desertici del sud-ovest del paese, costruendo una nuova infrastruttura di trasmissione ad alta tensione in corrente continua e mettendo in atto sistemi di immagazzinamento dell’energia come quello di comprimere l’aria in cavità sotterranee.
Un piano che farebbe diminuire le emissioni di anidride carbonica degli Stati Uniti del 62% rispetto al 2005, e che richiederebbe 420 miliardi di dollari di investimenti. Soldi che comunque secondo i tre esperti verrebbero ripagati da un futuro energetico con costi ambientali ma anche politico-militari convenienti per gli Stati Uniti. I particolari dello studio in un servizio che alleghiamo, apparso in Italia su Le Scienze e che contiene anche un intervento di Gianni Silvestrini sul futuro energetico dell’Europa.
23 maggio 2008