Auto e pubblicità regresso

  • 20 Maggio 2008

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WWF Italia e Amici della Terra presentano la loro indagine sul marketing dell'auto in Italia: si pubblicizzano di più le auto inquinanti mentre informazioni su consumi ed emissioni sono trascurate quando non taciute.

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Gli Amici della Terra e il WWF Italia, nell’ambito delle rispettive campagne sul clima, hanno presentato oggi i risultati della Prima indagine nazionale sul ruolo del marketing pubblicitario delle auto nella riduzione delle emissioni di CO2. L’indagine ha preso in considerazione le inserzioni pubblicitarie e i relativi modelli di autovetture apparsi su un campione rappresentativo di media a diffusione nazionale (carta stampata e TV) in due periodi scelti casualmente (dal 9 al 16 novembre 2007 e dal 4 al 10 aprile 2008). Si è osservato quali tasti le varie pubblicità tocchino per cercare di vendere le auto, si è verificato quanto e come vengano rispettati gli obblighi di informazione sulle emissioni di CO2 dei modelli e si sono confrontate le emissioni medie di CO2 dei modelli pubblicizzati dai produttori con gli obiettivi strategici dell’Unione Europea per la riduzione delle emissioni di CO2 delle auto.

I risultati non sono affatto confortanti: consumi ed emissioni sono in secondo piano nel linguaggio della pubblicità delle auto. “Nel caso della carta stampata – riporta Amici della Terra nel presentare l’indagine – la leva emozionale più utilizzata è la convenienza economica (il 67% dei messaggi, perlopiù riguardanti le modalità di finanziamento dell’acquisto; mentre meno dell’1% si riferisce alla convenienza economica legata a bassi consumi di carburante), seguita dal piacere di guida/comfort (49%), dalle prestazioni (26%) e dalla sicurezza (23%).
La leva ecologica è all’ultimo posto, con appena l’8%. Nel caso della pubblicità televisiva, invece, al primo posto c’è la sicurezza (96%), seguita dalle prestazioni (94%), dal piacere di guida/confort (93%), dalla convenienza economica (il 65%, di cui solo il 2% riguardante la convenienza per i bassi consumi di carburante). Anche in questo caso la leva ecologica è all’ultimo posto, con il 27% dei messaggi, di cui solo il 3% riguardanti le emissioni di CO2.”

Anche laddove i produttori di auto sarebbero obbligati a mettere ben in chiaro le ricadute ambientali delle vetture vendute essi paiono svicolare. La legge impone alle inserzioni su stampa l’obbligo di riportare consumi ed emissioni ma – segnala il rapporto “oltre il 93% dei messaggi esaminati riportano l’informativa in maniera illeggibile e in scarsa evidenza rispetto alla comunicazione commerciale, contravvenendo in questo modo alla volontà del legislatore”.
Una pratica che, dichiara Massimiliano Binati, responsabile della Campagna Europea “Cars Fuel Efficiency” per Amici della Terra, “viola sistematicamente la direttiva1999/94/CE e nega al consumatore il diritto a un immediato riconoscimento delle diseconomie d’uso e ambientali associate al modello pubblicizzato”. Per Binati “E’ necessario intervenire con una modifica legislativa capace di assicurare un’adeguata presenza dell’informativa su consumi e CO2 nelle inserzioni su carta stampata, ad esempio, prescrivendo uno spazio minimo del 20% dedicato ai consumi e alle emissioni di CO2, con l’utilizzo di un formato grafico specifico che ne garantisca la leggibilità. Inoltre, anche la pubblicità televisiva dovrebbe sottostare a regole analoghe. Il legislatore non dovrebbe discriminare il consumatore rispetto al formato della comunicazione”.

E anche riguardo ai modelli più pubblicizzati l’analisi rileva come il marketing dell’auto stia “remando contro” agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 a 120gCO2/km entro il 2012. Solo l’8% delle auto reclamizzate sono coerenti con gli obiettivi e hanno emissioni di CO2 inferiori a 120 g/km. La media di CO2 (g/km) dei modelli pubblicizzati risulta, invece,  addirittura più elevata rispetto alla media delle emissioni del venduto in Italia (+6% rispetto alla media nazionale di 149 gCO2/km).
“E’ evidente – sottolinea Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia, che conduce da due anni la Campagna GenerAzione Clima – che le case automobilistiche non stanno pubblicizzando in maniera prevalente quei modelli che, già oggi disponibili presso i concessionari, consentirebbero il rispetto degli obiettivi comunitari in anticipo sui tempi previsti, anzi: stanno continuando a promuovere modelli ad alte emissioni, secondo un trend che impedirà il raggiungimento degli obiettivi di riduzione formulati dalla Commissione. Obiettivi – continua Pratesi – che peraltro noi riteniamo ancora insufficienti per fare in modo che anche il settore dei trasporti contribuisca in modo significativo a una riduzione europea che deve essere del 30%, per stare al passo con gli obiettivi internazionali e con gli allarmi degli scienziati.”

Rosa Filippini, Presidente degli Amici della Terra, commenta invece in questo modo l’iniziativa: “Il marketing pubblicitario sembra avere finora considerato l’informazione sulla CO2 dei modelli come un qualcosa del tutto incomprensibile e inutile per il consumatore. Al contrario, a nostro parere la CO2/km rappresenta un indicatore di sintesi formidabile, in grado di esprimere con semplicità contenuti prestazionali, di economicità e di tecnologia, oltre che ambientali e altruistici. Essa potrebbe rappresentare un nuovo concetto di status, basato su efficienza, sobrietà, responsabilità e intelligenza, con cui varrebbe la pena di stimolare maggiormente l’interesse del consumatore, responsabilizzandolo nelle sue scelte”.

20 maggio 2008

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