Edifici, la certificazione incerta

  • 19 Maggio 2008

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Si è parlato di certificazione energetico-ambientale degli edifici al convegno "Verso un Ecolabel europeo degli edifici" organizzato nell'ambito di Solarexpo & Greenbuilding. Presentate molte esperienze internazionali e italiane, ma ancora manca un unico punto di riferimento. Potrebbe essere l'Ecolabel?

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“Verso un Ecolabel europeo per la certificazione degli edifici”, questo il tema dell’incontro svoltosi alla Solarexpo & Greenbuilding alla Fiera di Verona nel quale si è discusso dei vari sistemi di certificazione energetico-ambientale degli edifici e, in particolare, dell’estensione (vedi articolo Qualenergia.it) anche agli immobili del sistema di certificazione ambientale europeo Ecolabel, sistema volontario con cui possono essere certificati finora 27 gruppi di prodotti, dai detergenti ai servizi turistici. Il convegno è stato condotto da Gianni Silvestrini, presidente di sezione Ecolabel – Comitato Ecolabel Ecoaudit.

Quello della certificazione ambientale degli edifici è infatti un campo in cui sono già attivi molti soggetti che operano con criteri simili ma ancora con modalità diverse. Al convegno sono state presentate innanzitutto alcune delle esperienze internazionali più significative: Klimahaus in Austria, il sistema di valutazione inglese BREEAM e lo standard Leed applicato dall’associazione americana U.S. Green Building Council.

In Italia i sistemi di certificazione ambientale degli edifici sono svariati. Al convegno sono intervenuti rappresentanti di diversi enti che propongono protocolli di valutazione differenti: il neonato Green Building Council Italia si propone di certificare gli edifici secondo lo standard, preventivamente adeguato alla realtà locale, del Leed americano.
Giancarlo Allen dell’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica, invece, ha illustrato SB100: un sistema, adottato già da diversi comuni, che permette di valutare la sostenibilità ecologica di un progetto mediante una lista di 100 azioni. Una delle realtà della certificazione che più si stanno affermando nel nostro paese è poi “Itaca” un protocollo per l’edilizia residenziale, realizzato dalla sezione italiana dell’associazione internazionale iiSBE, adottato da molte regioni come criterio per la concessione dei finanziamenti all’edilizia pubblica.

Ma i sistemi di certificazione degli edifici in Italia sono troppi, rileva Ulrich Klammersteiner dell’ente di certificazione bolzanino “Casa Clima”, quasi una ottantina, con protocolli diversi e spesso complessi che danno difficoltà di comparazione e cui spesso non corrispondono controlli efficaci, e che comporterebbero alti costi per le amministrazioni.
Una situazione, dunque, caotica in cui manca uno standard univoco. In questo senso l’adozione dell’Ecolabel anche per gli edifici dovrebbe migliorare le cose stabilendo un punto di riferimento unico, valido anche per quei paesi che a differenza dell’Italia, non hanno ancora enti di certificazione, spiega Laura Cutaia che all’APAT, di concerto con il Comitato Ecolabel-Ecoaudit, sta lavorando, su mandato della Comunità Europea, alla definizione dei criteri per la certificazione Ecolabel degli edifici, che verranno sottoposti alla valutazione dell’organo competente europeo, l’EUEB, entro il 2009.

GM

17 Maggio 2008

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