Problemi per il nuovo atomo made in France

  • 18 Aprile 2008

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Greenpeace avverte i governi di tutto il mondo che i due reattori EPR di Areva in Francia e Finlandia hanno notevoli problemi tecnici rilevanti per la sicurezza e causa di ingentissimi costi aggiuntivi.

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All’assemblea annuale di Areva, la più importante azienda costruttrice di centrali nucleari controllata per l’87% dallo Stato francese, Greenpeace si è rivolta agli investitori di tutto il mondo che pensano di costruire un reattore nucleare, avvertendoli che i nuovi reattori francesi possono creare “seri problemi” tecnici ed economici.
Yannick Rousselet di Greenpeace Francia ha detto che “Il nuovo Epr (reattore pressurizzato europeo, ndr) di Areva si sta rivelando un incubo come il nucleare più vecchio e anziché produrre energia a basso costo, sicura e disponibile, crea problemi dal punto di vista dei costi e per la sicurezza”.

L’associazione ambientalista ha dichiarato che i due cantieri degli unici due Epr in costruzione realizzati da Areva, in Finlandia e Francia, “presentano numerosi problemi”. Il reattore in costruzione a Olkiluoto, in Finlandia, “ha già due anni di ritardo e i maggiori costi potrebbero aver raggiunto una perdita di 1,5 miliardi di euro”.
L’impianto ha una serie di problemi tecnici “che hanno conseguenze sulla sicurezza – spiega Greenpeace – la base di cemento è di scarsa qualità, il guscio di contenimento non sufficientemente robusto e ci sono vari problemi legati alla qualità delle saldature in diverse componenti del reattore”.

Sul reattore francese, fonti dell’associazione ambientalista fanno sapere che da quando è iniziata la costruzione della centrale in Normandia a Flamaville (Enel vi partecipa al 12,5%), l’Autorità di sicurezza nucleare francese (ASN) ha scoperto i problemi tecnici sopra elencati, oltre a riscontrare controlli di qualità non sufficienti o addirittura inesistenti. Inoltre, le variazioni al progetto non sono autorizzate e c’è una certa difficoltà a correggere gli errori.

Areva vuole costruire altre centrali nucleari per il mondo, ma Greenpeace avverte che “qualunque governo, coinvolgendo Areva, rischia di pagare cari tali progetti sia in termini economici che di dipendenza dal governo francese per la tecnologia e il combustibile nucleare”.
“Sarebbe una follia totale per i governi riporre la loro fede nel nucleare per cercare una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Sia gli aspetti economici che il fattore tempo sono contro il nucleare – conclude Jan Beranek di Greenpeace International – altre alternative sono più sicure ed economicamente convenienti, già adesso”.

18 aprile 2008

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