L’acqua del pianeta caldo

  • 16 Aprile 2008

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Uno studio dell'Ipcc sul riscaldamento globale e le conseguenze per le risorse idriche del pianeta. Previsioni per il secolo: siccità e alluvioni. Problemi per l'agricoltura e riduzione della produzione da idroelettrico.

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Siccità e alluvioni, ma anche conseguenze sulla salute, sulla produzione alimentare e di energia: è lo scenario degli effetti che il global warming potrà avere sulle risorse idriche stando a quanto si legge nel documento che l’Ipcc ha pubblicato la settimana scorsa (vedi in allegato).

Il “Technical paper on climate change and water” è stato presentato dal comitato intergovernativo ONU sul cambiamento climatico al suo meeting plenario di Budapest in cui l’Ipcc ha annunciato anche un nuovo studio sui cambiamenti climatici che sarà pronto per il 2014.

Secondo il “Technical paper on climate change and water” il riscaldamento globale di questi ultimi decenni ha portato ad alterazioni importanti del ciclo dell’acqua. I ghiacciai si stanno ritirando, c’è più vapore acqueo in atmosfera, le precipitazioni sono più irregolari con fenomeni di intensità estrema più ricorrenti: mentre la porzione di precipitazioni di forte intensità sul totale degli eventi è cresciuta un po’ dappertutto, la superficie terrestre classificata “molto arida” è raddoppiata dagli anni ’70 ad oggi.

La tendenza ad una distribuzione irregolare delle precipitazioni, secondo l’Ipcc, si accentuerà ulteriormente nel secolo appena iniziato: le precipitazioni molto intense saranno probabilmente sempre più frequenti, con relativi problemi di inondazioni e smottamenti e le aree secche, invece, vedranno ancora meno acqua. Pioverà di più alle alte latitudini e in parte dei tropici, e meno in certe aree temperate gia secche o nelle zone aride tropicali: l’ovest degli Stati Uniti, il nord-est del Brasile, l’Africa meridionale e il bacino del Mediterraneo avranno probabilmente problemi di siccità.

Nel complesso le zone che con il riscaldamento globale dovranno affrontare maggior scarsità d’acqua saranno il doppio rispetto a quelle in cui questo fenomeno ne porterà di più. Sarà ridotta la disponibilità d’acqua, ad esempio, per quel sesto di umanità le cui risorse idriche dipendono dai ghiacciai e dalle nevi delle grandi catene montuose.

Dunque, effetti importanti sul ciclo dell’acqua che nei decenni a venire si ripercuoteranno sugli ecosistemi e sulla vita dell’uomo: le temperature più alte assieme alle alluvioni e agli smottamenti previsti, ad esempio, aumenteranno in molti casi i pericoli di avere acqua contaminata.
L’innalzamento del livello del mare ridurrà ulteriormente la quantità di acqua dolce disponibile, mentre l’aumento della popolazione mondiale e la maggiore necessità di irrigare ne aumenteranno il fabbisogno. La siccità o, al contrario, le alluvioni in molte zone poi influenzeranno negativamente la produzione di cibo, con conseguenze potenzialmente disastrose in zone povere e secche come l’Africa sub-sahariana o zone umide dell’Asia come il Bangladesh.

La ridotta disponibilità di acqua influenzerà anche la produzione di energia da idroelettrico: per guardare solo ai dati riferiti all’Europa si calcola che nell’area mediterranea il potenziale idroelettrico entro il 2070 calerà del 20-50% (mentre aumenterà del 15-30% nella zona nordorientale e rimarrà stabile in centroeuropea e nella parte atlantica).

GM

16 aprile 2008

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