Teleriscaldamento a biomasse nelle Marche

  • 4 Aprile 2008

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Inaugurata la prima centrale di teleriscaldamento a biomasse della regione, ad Apiro in provincia di Macerata. Alimentata a cippato e scarti agricoli, ha una potenza di 1.200 kW e riscalderà diversi edifici comunali.

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È nata ad Apiro, piccolo comune di 2.400 abitanti in provincia di Macerata la prima centrale a biomasse delle Marche. Un impianto da 1.200 kW di potenza, alimentato principalmente con cippato di pioppo, e sorgo coltivato ma anche con paglia e altri scarti agricoli.

L’energia prodotta dalla centrale per ora verrà utilizzata per riscaldare edifici comunali: oltre al municipio, la scuola elementare e quella media, un teatro e una casa di riposo. In futuro, con un ampliamneto della centrale, si prevede di produrre anche energia elettrica ed erogare servizi ai privati.

“Un buon esempio di come si possano utilizzare i finanziamenti europei” ha dichiarato il presidente delle Regione Marche all’inaugurazione dell’impianto, avvenuta il 31 marzo, “e di come si possa dare un contributo autonomo a problemi come l’effetto serra e il deficit energetico” (il 50% nelle Marche, ha sottolineato).

In termini di emissioni di CO2 il bilancio dovrebbe essere positivo: si utilizza cippato proveniente da pioppi e l’anidride carbonica assorbita per fotosintesi dalle piante supera quella risultante dalla combustione. Per quanto riguarda le polveri sottili la temperatura di combustione più alta di quella normalmente usata dovrebbe garantire di minore dispersione di residui.

Le biomasse con cui verrà alimentato l’impianto, spiega a Qualenergia.it  Ester Foppa Pedretti, docente di agraria all’ Università Politecnica delle Marche , saranno interamente locali , cosa molto importante nel valutare la sostenibilità di una centrale di questo tipo. Per lo scopo in terreni di comunali si sono predisposte coltivazioni di sorgo, che verrà poi lavorato essicato e bruciato integralmente e sono stati piantati pioppi ad accrescimento rapido. Il resto del combustibile sarà costituito invece da residuati agricoli: paglia, rami, sterpaglie e altri scarti. I pioppi per ora non sono ancora pronti, spiega la docente, ma quando la centrale sarà a regime si prevede che sarà alimentata per circa il 50-60% dalla biomassa coltivata e per il resto dai residuati.

In occasione dell’inaugurazione dell’impianto al piccolo comune marchigiano, che ha già un servizio efficiente di raccolta differenziata e un impianto fotovoltaico comunale da 12 kWp sul tetto di una scuola, è stata assegnata anche la certificazione di qualità ambientale ISO 14001.
L’assessore all’agricoltura della Regione, Paolo Petrini, ha spiegato come il progetto si inserisca in una politica regionale che punta ad incentivare fonti innovative con una particolare attenzione alla logica di filiera.

GM

4 aprile 2008
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