Ambientalismo: la destra ci prova

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Rinnovabili, efficienza energetica e Kyoto? Risorse sprecate. Riportiamo alcune posizioni emerse in un convegno organizzato da ambientalisti del centro destra che si è svolto ieri a Roma con interventi di esponenti importanti dello schieramento.

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Conoscere le posizioni su energia e ambiente delle forze in campo nelle prossime elezioni politiche nazionali può essere illuminante e anche un ottimo elemento di scelta. Il nostro portale cercherà di analizzarle basandosi sui punti programmatici dei diversi partiti.

 

Possiamo iniziare questo excursus, che forse non ci conforterà più di tanto, con l’incontro degli ambientalisti legati al centrodestra che si è tenuto ieri a Roma, dal titolo “Materiali per il programma ambientale del prossimo governo” in cui appunto si sono messe in chiaro le linee guida con cui il centrodestra affronterà le questioni ecologiche in caso di vittoria alle elezioni politiche.

 

La giornata è stata inaugurata con l’intervento antropocentrista di monsignor Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Concilio per la giustizia e la pace. “È la Provvidenza che vuole una nuova cultura ecologista equilibrata, lontana dal sensazionalismo ecologico, dall’inquinamento informatico, dalle ideologie strampalate e disumane dell’ecologismo di sinistra. Come quando non si riesce a dormire non bisogna pensare all’insonnia ma contare le pecore, così per tutelare la natura bisogna concentrarsi sull’uomo”. Un’idea che è piuttosto lontana da quelle espresse sia da Papa Giovanni Paolo II che da Benedetto XVI su ecologia e sul rispetto della natura da parte dell’uomo.

Ma vediamo qualche idea più programmatica. Sono diversi gli interventi di personalità importanti dello schieramento, da Altero Matteoli, già ministro nell’ultimo governo del centrodestra, a Carlo Giovanardi entrambi del PdL Si parla di energie, parchi, rifiuti.

Denominatore comune degli interventi è la condanna delle politiche ambientali degli avversari di centro-sinistra mosse da un “allarmismo ideologico” supportato (parole del professor Paolo Togni, coordinatore della conferenza e già capogabinetto del ministero dell’Ambiente con Matteoli), da “un’informazione drogata i cui spacciatori sono programmi come Geo and Geo e Ambiente Italia e i cui produttori sono i signori dell’ecologismo conformista come Legambiente, Verdi e WWF”

“L’informazione drogata”, si viene a scoprire leggendo il pamphlet di VIVA, l’associazione ambientalista che ha organizzato l’incontro, e ascoltando i vari interventi, è quella che sostiene che il riscaldamento globale sia dovuto a cause antropiche, una posizione che ha preso unanimemente la comunità scientifica internazionale, IPCC in testa.

Le soluzioni proposte riguardo ai vari temi sono coerenti con questa impostazione. Riguardo a cambiamento climatico ed energia, per VIVA gli impegni sottoscritti con il protocollo di Kyoto richiedono “un impegno economico eccessivo per ottenere risultati marginali”.

Per contrastare le conseguenze del riscaldamento globale, che secondo l’associazione saranno nel nostro paese “una minore disponibilità d’acqua e un peggioramento della qualità della vita per un clima eccessivamente caldo” basterà “diminuire la richiesta d’acqua del comparto agricolo con culture che richiedano minore irrigazione, anche a seguito di modificazioni genetiche, e varare un vasto programma di dissalazione dell’acqua marina.”

Altero Matteoli, proposto come potenziale Ministro dell’Ambiente del prossimo governo, parla della sua soluzione per differenziare il nostro mix energetico e ridurre le emissioni: riaprire al nucleare.

“D’altra parte”, dichiara nel suo intervento, “il referendum non diceva veramente ‘no’ al nucleare e oggi tutti sono d’accordo per tornare verso questa fonte”. D’accordo con lui anche l’ex sottosegretario Roberto Tortoli per il quale le limitazioni imposte dal protocollo di Kyoto “favoriscono paesi come la Germania che nel loro mix energetico possono contare anche sull’atomo, penalizzando la competitività delle industrie italiane.”

A sollevare uno dei problemi legati al nucleare, quello dello stoccaggio e dello smaltimento delle scorie, anche se indirettamente, è solo Carlo Giovanardi che parla del caso di Scansano Ionico, cui il governo Berlusconi non riuscì a imporre di diventare sito definitivo di stoccaggio perché le stesse forze politiche di centrodestra a livello locale si opposero “con irresponsabilità” alla decisione.

Quanto alle rinnovabili come eolico e solare per Matteoli “è ridicolo che possano risolvere qualcosa e al momento possono soddisfare solo una parte infinitesimale del fabbisogno energetico”.

Su queste tecnologie, spiega, si potrà lavorare con calma una volta raggiunta la “tranquillità energetica con il nucleare” anche se come ammette “ci vorranno almeno 15 anni prima che questo accada”. Nel frattempo per l’ex ministro il mix energetico del paese andrà rafforzato costruendo i rigassificatori “bloccati dall’ostruzionismo ambientalista” e investendo nel “carbone pulito“.

Per quanto riguarda la questione rifiuti, potenziare la raccolta differenziata non sembra proprio tra le priorità del centrodestra. Per il senatore azzurro Luigi Grillo “differenziare non serve a nulla tanto poi finisce tutto in discarica”. Per lui le discariche sono un sistema di gestione dei rifiuti “da Africa” (nel senso di arretrato) e anche gli impianti a CDR (il combustibile ottenuto dalla frazione secca dei rifiuti) sono “una truffa”.

La soluzione alla questione è costruire altri “termovalorizzatori che brucino il rifiuto tale quale, come è stato fatto in Emilia e in Lombardia ottenendo tra l’altro un buon ritorno economico”.

Anche l’onorevole campano Paolo Russo, di Forza Italia/PdL, si dichiara “contrario alla differenziata” anche se ammette che sarebbe il caso di lavorare assieme alle industrie per ridurre il problema alla fonte e ammette che si possa distinguere tra la frazione di rifiuto da bruciare e l’umido da riutilizzare.

Giulio Meneghello

22 febbraio 2008

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