Le Province tagliano le emissioni

  • 26 Gennaio 2008

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L'Upi firma un accordo con Rina SpA per la riduzione delle emissioni. Obiettivo per ogni provincia è il taglio di 1 milione di tonnellate di CO2:  100 MtCO2 su scala nazionale, vantaggio economico 2 miliardi di euro.

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Le province redigeranno il bilancio delle emissioni di gas serra del proprio territorio, trasformando una criticità in risorsa grazie alla quale adottare un registro dei crediti che saranno negoziabili con il competente registro italiano. E’ questo l’obiettivo principale dell’accordo, un protocollo d’intesa, tra le l’Upi (l’Unione delle Province italiane) e Rina SpA per ridurre la CO2 attraverso azioni virtuose e grandi opportunità nel mercato dei crediti di emissione. Rina fornisce agli operatori economici e istituzionali servizi di certificazione, verifica, controllo, assistenza, consulenza, per il miglioramento della sicurezza e della qualità dei loro prodotti, processi e servizi.

L’accordo dovrebbe poter valorizzare il ruolo degli enti locali nella strada verso il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto e anche come volano di sviluppo per il sistema Paese. L’obiettivo di tagliare 1 milione di tonnellate di CO2 per Provincia, farebbe coprire al Paese (circa 100 MtCO2) quel divario che oggi lo separa dal Protocollo Kyoto (vedi articolo Qualenergia.it).

Il protocollo, il primo di questo genere in Europa, stabilisce che le Province potranno avvalersi dell’esperienza di Rina nel settore, candidandosi così a divenire il fulcro delle politiche di contrasto al cambiamento climatico in Italia, sfruttando la dimensione territoriale ottimale, la conoscenza approfondita della realtà locale e la capacità di delineare soluzioni e interventi.
Le fonti di emissione potranno essere analizzate secondo modelli e metodiche riconosciute a livello internazionale, mentre i principali fattori di riassorbimento dei gas potranno essere individuate per le potenzialità di riduzione.

Le Province potranno anche calcolare l’incidenza di settori di rilevanza critica come la mobilità, i trasporti, il riscaldamento civile, lo smaltimento dei rifiuti, per mettere in atto misure compensative con strumenti amministrativi e normativi. Tra le misure previste dal protocollo anche la creazione di strumenti attuativi comuni tra enti locali e imprese presenti sul territorio insieme con strumenti di compensazione, come la piantumazione di nuovi alberi e la riforestazione.

Il protocollo tra Upi e Rina per la riduzione della CO2 trasforma un problema in risorsa: oltre a ridurre emissioni dannose per il clima, le province potranno generare crediti di emissione scambiabili sulle piattaforme ad hoc previste dal protocollo di Kyoto, generando un circolo virtuoso per l’intero sistema paese. Il vice presidente dell’Upi, Massimo Rossi, dice che con “questo accordo le province italiane assumono un ruolo da protagoniste per il settore dell’ambiente. Si tratta di una scelta che ribadisce l’importanza centrale di queste istituzioni e risponde alle esigenze dei cittadini che chiedono alle province di occuparsi di tutela dell’ambiente”. Ma, osserva Rossi, dall’accordo ci saranno anche ricadute sull’occupazione”. La collaborazione tra Upi e Rina, sostiene Domenico Andreis, direttore divisione e certificazione di Rina spa è “un passo significativo che può avere enormi conseguenze sul raggiungimento degli obiettivi di Kyoto”.
Per esempio, aggiunge Andreis, “consideriamo che se ogni provincia riducesse le sue emissioni di 1 milione di tonnellate di CO2 avremmo una riduzione su scala nazionale pari a circa 100 milioni, che, all’attuale prezzo di mercato di 20 € a tonnellata, porterebbe a realizzare un giro d’affari stimabile sui 2 miliardi di euro. Risorse ingentissime – conclude Andreis – che potrebbero essere investite in interventi nel settore ambientale e per migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani”.

25 gennaio 2007

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