Clima: la solitudine di Bush

  • 7 Dicembre 2007

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Il Senato Usa approva una legge per riduzione delle emissioni del 70% entro il 2050. Un messaggio per Bali? Intanto, la Merkel approva un piano per la Germania di riduzione della CO2 del 36% entro il 2020

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La Commissione del Senato degli Stati Uniti ha approvato ieri l’America’s Climate Security Act, la legge che introduce un sistema di taglio delle emissioni di gas serra per i settori della produzione di energia, dell’industria e dei trasporti, pari al 70% entro il 2050. La legge sembra spingere gli Usa a cercare una vera leadership mondiale nella riduzione dei gas climalteranti.
Il testo prevede la ripartizione di quote di emissione a livello nazionale dal 2012 al 2050. Un segnale importante inviato alla Conferenza di Bali sui cambiamenti climatici sulla necessità di mantenere dei limiti di emissione vincolanti dopo il 2012.

La posizione di Bush viene quindi messa fortemente in discussione, così come quella della delegazione americana a Bali. Il Presidente Usa, unico leader politico dei Paesi industrializzati a non avere ancora sottoscritto il Protocollo di Kyoto, si trova ad affrontare anche un crescente fronte interno. Il provvedimento appena approvato in Senato va a sommarsi alla crescente attenzione sui cambiamenti climatici dimostrata dalle diverse coalizioni federali impegnate a ridurre le proprie emissioni di gas serra, ormai arrivata a coprire il 50% della popolazione e degli Stati americani.
Watson, capo delegazione americana a Bali, sembra per il momento prendere tempo, dichiarando di non conoscere i dettagli del testo, ribadendo che la legge dovrà prima essere approvata dall’intero Senato e firmata dal presidente Bush per diventare a tutti gli effetti una legge vigente. In pratica conferma il mantenimento della posizione politica americana manifestata in questa giorni a Bali.
Il documento in verità è in discussione al Senato da diversi mesi e difficilmente può essere considerata una novità per il responsabile americano sulle trattative.

Alla ricerca della leadership contro i cambiamenti climatici c’è comunque come sempre la Germania. E’ notizia di ieri che il governo tedesco ha approvato un piano per la riduzione delle emissioni di gas-serra, che entro il 2020 dovranno scendere del 36% rispetto ai livelli del 1990. Il piano comprende 14 punti e introduce misure per l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e l’edilizia, che avranno un costo complessivo stimato in 31 miliardi di euro, ma porteranno a risparmi energetici per 36 miliardi di euro.
Il provvedimento messo a punto dall’esecutivo di Angela Merkel, costituisce la prima fase di una strategia in 29 punti; la seconda parte, che includerà limiti più stringenti alle emissioni delle automobili, dovrebbe essere approvata il prossimo maggio.
Il ministro dei Trasporti tedesco, Wolfgang Tiefensee, ha dichiarato che il piano si propone un obiettivo ambizioso, ridurre le emissioni di CO2 di 220 milioni di tonnellate al 2020. Negativa, invece, la reazione del leader Verde, Reinhard Buetikofer, secondo cui il piano è “tiepido” e “ingannevole”.

6 dicembre 2007

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