L’energia secondo Soru

  • 30 Novembre 2007

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Un duro confronto tra il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, e la delegazione di Greenpeace sulle politiche e le scelte energetiche operate dal governatore, in particolare su eolico, carbone e produzione elettrica. Il video dell'incontro

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La nuova centrale a carbone da 450 MW in Sardegna andrà a sostituire vecchie produzioni ad olio a combustibile e, non trattandosi di produzione elettrica aggiuntiva, paradossalmente porterebbe ad una riduzione delle emissioni di gas serra. Al tempo stesso la Sardegna punta al 25% di rinnovabili al 2020.
Questa è in sintesi l’idea di Renato Soru, il governatore della Regione, emersa nel corso di un incontro con una delegazione di Greenpeace, guidata dal responsabile della campagna Clima, Francesco Tedesco, per discutere di opzioni energetiche in Sardegna e relative emissioni. Il faccia a faccia è stato ripreso da un video della durata di 25 minuti riprodotto dal sito della Regione, molto interessante per capire la posizione e l’approccio della Regione Sardegna su queste tematiche (purtroppo le critiche di Greenpeace sono appena percepibili per il cattivo audio della registrazione).

Le contestazioni di Greenpeace mosse alla giunta regionale sono diverse. Una è legata al fatto che la scelta del carbone operata da Soru è criticabile perché porta ad investire in infrastrutture pesanti, e non solo a livello di emissioni (stimato quasi un raddoppio rispetto al 1990), quando è ormai già previsto che il gas arriverà sull’isola nel 2012. Un altro appunto di Greenpeace è sul blocco dell’energia eolica che solo in parte è stata riattivata grazie all’intervento del Tar.

La posizione di Soru è che la regione debba puntare ad essere autosufficiente in fatto di energia, ma “non può diventare una piattaforma per la produzione elettrica del continente, sopportando l’impatto ambientale degli impianti”. Pertanto, dice Soru, “la regione dovrà produrre energia in base alla propria domanda e possibilmente con risorse locali, cioè carbone, vento e sole”. E specifica che le tecnologie devono essere prodotte localmente e non importate. Quindi elenca una serie di progetti e azioni, che non appaiono però proprio così vicine nel tempo: una fabbrica locale di navicelle per turbine eoliche, la realizzazione di un impianto sperimentale solare termodinamico, ma anche la sequestration della CO2 prodotta da centrali a carbone. Soru ci tiene a dimostrare che la Sardegna è una delle regioni più virtuose per quanto riguarda la qualità dell’aria e illustra anche i recenti progetti di riforestazione (investimenti per 200 milioni di euro all’anno) e sulla mobilità che sarà orientata verso il cabotaggio.

Secondo Renato Soru, l’eolico, così come è ora, è un business che avvantaggia solo poche società con scarsi benefici per la comunità. Il Piano Energetico Regionale, oltre a porre un tetto di 550 MW alla potenza eolica sull’isola, prevede la sua realizzazione in aree industriali dismesse, una soglia molto bassa per una tecnologia che è ad elevata potenzialità.
Inoltre, c’è da considerare il recente accordo con l’Enel, criticato dall’Autorità Antitrust, che limiterebbe di fatto il mercato eolico ad altri operatori. L’accordo prevede infatti che l’Enel alimenti con 550 GWh all’anno, per 4 anni, le imprese energivore individuate dalla Regione ad un prezzo di 40 €/MWh. A fronte di ciò, la Regione si impegna a rilasciare tempestivamente ad Enel tutte le autorizzazioni, permessi e concessioni di propria competenza per l’installazione di nuovi 160 MW di potenza eolica, forse proprio quelli di cui parla Soru nel suo intervento. Nella pratica l’accordo prevede che i quantitativi di energia che l’Enel destinerà alle imprese energivore saranno pressoché equivalenti alla quantità di energia che sarà in grado di produrre attraverso il proprio parco eolico.

In molti punti le strategie indicate da Soru per una regione vicino ai target di Kyoto paiono molto deboli e, semmai, posticipate nel lungo periodo. Non viene fatto alcun cenno, ad esempio, su una eventuale politica energetica della domanda che punti a decisi interventi di risparmio e di efficienza energetica, visti anche i recenti incrementi nei consumi della regione.

Per avere un quadro più ampio delle questioni emerse nell’incontro rinviamo ad un articolo scritto per questo portale proprio da Francesco Tedesco di Greenpeace dal titolo “Un’isola lontana da Kyoto” .

LB

28 novembre 2007

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