Il peso di questa considerevole crescita va imputato agli impianti energetici, che sono 23 dei 36 impianti considerati nel PNA. Gli impianti per la produzione di energia hanno emesso 11,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica, con un incremento rispetto ai livelli indicati per loro dal PNA pari a oltre il 220%.
Maggior responsabile è stata la vecchia centrale di Montalto di Castro che ha emesso in atmosfera oltre la metà delle emissioni totali (7,4 milioni di t CO2 invece della quota allocata di soli 730.000 t circa). L’Enel, proprietaria dell’impianto, ha spiegato che ciò è stato causato solo da fattori contingenti, come quello di dover utilizzare olio combustibile al posto del gas (per la riduzione degli approvvigionamenti a causa del contenzioso Russia-Ucraina) e aver lavorato per 6000 ore anziché 1000 per i ritardi nelle autorizzazioni di centrali a ciclo combinato di nuova installazione.
Se da una parte l’Enel ritiene che ciò non si verificherà nel 2007, bisogna però tenere presente che questo fattore potrebbe ripetersi nel futuro, visti soprattutto i rischi legati alla fornitura di gas dalla Russia e i ritardi nelle strategie di riduzione della domanda energetica in questo paese.
L’indagine è stata curata dalla società di consulenza Ecoway sulle rilevazioni Carbon Market Data.
Intanto oggi il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo e l’Assessore all’Ambiente, Filiberto Zaratti, intervenendo alla presentazione dello Studio propedeutico al Piano energetico elaborato dall’Enea hanno dichiarato che entro febbraio verrà definito il Piano energetico regionale. Da quanto è emerso, il documento punterà su risparmio energetico, sviluppo delle fonti rinnovabili e investimenti sulle nuove tecnologie. Secondo Marrazzo l’obiettivo per la Regione è quello di riuscire a raggiungere la quota del 20% di fonti rinnovabili sui consumi totali di energia primaria al 2020, così come richiesto dall’Unione Europea.
Fonte: Il Sole 24 ore (edizione Roma)
21 novembre 2007