Il protocollo di Kyoto non ha generato nessuna riduzione sostanziale delle emissioni dei gas ad effetto serra dei paesi industrializzati, né ha fornito una risposta adeguata alla richieste e ai bisogni in particolare dei paesi in via di sviluppo in tema di adattamento agli effetti negativi del cambiamento climatico.
I due autori chiedono quindi alla comunità internazionale nell’ambito della 13a conferenza delle parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP13) in programma a Bali dal 2 al 13 dicembre 2007, di ripensare completamente la politica climatica di mitigazione ed adattamento.
La critica principale dei due autori inglesi al sistema del protocollo di Kyoto è quella di aver trattato il problema del surriscaldamento climatico e delle emissioni dei gas ad effetto serra come altri problemi ambientali, se vogliamo più semplici, quali le sostanze che riducono lo strato di ozono o le scorie nucleari. In questi casi si è adottata l’imposizione di vincoli e obblighi agli Stati, decisi in maniera congiunta dalla comunità internazionale. Servirebbe, invece, un approccio che parta dal basso e che veda i paesi scegliere le proprie politiche secondo le proprie caratteristiche e attuare misure indirette che vanno dall’informazione alla etichettatura energetica dei prodotti, da strumenti di mercato, come l’emissions trading e incentivi alle tecnologie pulite, alla maggiore spesa nella ricerca in fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
LM
13 novembre 2007