Il fardello delle emissioni europee

  • 6 Novembre 2007

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Una proposta di burden sharing dell'agenzia olandese per la protezione ambientale ai fini della riduzione delle emissioni di gas serra al 2020 nell'UE27. Per l'UE15, in media, meno 18%.

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L’agenzia per la protezione ambientale olandese ha presentato una proposta per la suddivisione tra i 27 Stati Memberi UE dell’obbligo di riduzione dei gas ad effetto serra del 20% entro il 2020 rispetto al 1990, il cosiddetto burden-sharing (vedi documento allegato). La proposta contiene diverse opzioni per la distribuzione e definizione di adeguati obblighi nazionali, e identifica il cosiddetto approccio “triptico” (triptych) utilizzato per la definizione del burden sharing per il periodo 2008-2012, come metodo più adeguato per una distribuzione equa degli sforzi e dei costi di riduzione tra i paesi europei.
Tale studio si inserisce nell’ambito della discussione corrente tra i paesi europei sulla misura degli obblighi di riduzione nazionali. La Commissione europea ha infatti recentemetne annunciato il ritardo della presentazione della proposta di nuovo burden sharing inizialmente prevista per inizio dicembre 2007 e adesso posticipata al 23 gennaio 2008.

Secondo tale scenario, per i 15 Stati Membri (pre-allargamento) lo sforzo di riduzione dei gas ad effetto serra richiesto ammonterebbe ad un valore medio pari al 18%. Seguono alcuni dei potenziali obblighi di riduzione individuati per i singoli Stati Membri, in cui è evidente la differenza dello sforzo richiesto tra vecchi e nuovi paesi dell’UE):

  • Bulgaria + Romania : +37%
  • 10 nuovi Stati Membri (2004) : +23%
  • Portogallo : +23%
  • Cipro : +20%
  • Spagna : +17%
  • Grecia : +10%
  • Irlanda : 0%
  • Francia : -15%
  • Italia : -16%
  • Polonia : -17%
  • Regno Unito : -23%
  • Germania : -34%

Per quanto riguarda i costi legati alle varie politiche di mitigazione dei gas ad effetto serra, l’approccio triptych individua un livello di costo per i 15 paesi UE di tipo medio rispetto ad altri scenari apparentemente più costosi (i costi maggiori sarebbero per Austria, Germania, Portogallo e Lussemburgo) e addirittura un beneficio economico per i nuovi paesi membri ad eccezione di Cipro, Lettonia e Lituania.

6 novembre 2007

LM

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