Più forza all’elettricità rinnovabile

  • 2 Novembre 2007

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La Commissione Bilancio approva la riforma del sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili: tariffa fissa agli impianti fino 1 MW, scambio sul posto fino a 200 kW, rivisitazione dei certificati verdi.

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La Commissione Bilancio ha approvato l’emendamento che attua una riforma del sistema di incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili, il cosiddetto articolo 30-bis. Inoltre, nella stessa giornata del 31 ottobre è stato approvato l’articolo 30 ter che introduce norme per facilitare la diffusione di tali fonti, l’articolo 30 quater che facilita la connessione, l’acquisto e la trasmissione di elettricità da fonti rinnovabili e l’articolo 30 quinquies che rafforza il coordinamento fra lo Stato e le Regioni e rende più incisivo l’impegno delle Regioni, degli enti locali e delle imprese per lo sviluppo delle rinnovabili (vedi allegato).

La motivazione di fondo dell’articolo 30-bis sugli incentivi all’energia elettrica da rinnovabili nasce dall’inadeguatezza dell’attuale schema dei certificati verdi ai fini del raggiungimento dell’obiettivo del 25% del consumo interno lordo di energia elettrica da coprire con fonti rinnovabili entro il 2012; un target fondamentale anche come rampa di lancio per obiettivi ben più ambiziosi al 2020. Va detto che i contenuti dell’emendamento erano stati già approvati dalla Commissione ambiente del Senato lo scorso giugno.

Tra le maggiori novità del nuovo sistema di incentivazione c’è il conto energia (tariffa fissa) per gli impianti con potenza elettrica inferiore al megawatt per un periodo di 15 anni (comma 2). Le tariffe sono indicate nella Tabella 2 allegata all’emendamento.
Si introduce anche il meccanismo dello scambio sul posto per gli impianti fino a 200 kW di potenza, oggi limitati a impianti da 20 kWp, che consente al singolo cittadino o piccolo produttore di cedere alla rete l’eccesso di energia rinnovabile prodotta a prezzo incentivato (comma 8).
Inoltre, la quota obbligatoria di energia rinnovabile che i produttori di energia elettrica da fonti fossili devono acquistare passa dallo 0,35% attuale allo 0,75% annuo per il periodo 2007 – 2012 (comma 4).
Per gli impianti superiori al megawatt di potenza si introduce un nuovo sistema di certificati verdi graduati in maniera differenziata per le diverse fonti in modo da favorire lo sviluppo di tutte le fonti rinnovabili e prolungandone la durata a 15 anni. A partire dal 2008, i certificati verdi avranno un valore unitario pari 1 MWh, e vengono emessi dal GSE per ciascun impianto in numero pari al prodotto della produzione netta di energia elettrica da fonti rinnovabili moltiplicata per il coefficiente, riferito alla tipologia della fonte, di cui alla tabella 1.
Per quanto concerne le biomasse, l’emendamento approvato prevede che vengano stabilite le modalità con le quali gli operatori della filiera di produzione e distribuzione di biomasse sono tenuti a garantire la provenienza, la tracciabilità e la rintracciabilità della filiera.

Se la normativa sulle nuove incentivazione per l’elettricità da rinnovabili sembra essere molto positiva per il settore, lascia molte perplessità la tariffa fissa di 22 cent€/kWh prevista per l’eolico fino a 1 MW di potenza se applicata a impianti minieolici di potenza inferiore a 100 kW. Questi impianti infatti verrebbero penalizzati anche rispetto all’attuale meccanismo dei certificati verdi. L’incentivo proposto verrebbe così a creare una notevole disparità di trattamento rispetto ad altre fonti (ad esempio il fotovoltaico), ma anche rispetto agli stessi impianti eolici di taglia più grande. Da un calcolo del Kyoto Club l’ipotesi di tariffa ai fini di un ritorno dell’investimento in almeno 5 anni per tali impianti sarebbe di 40-45 c€/kWh.

Ora la nuova regolamentazione passerà al vaglio della Camera dei Deputati dove sarà ancora possibile fare ulteriori modifiche.

LB

2 novembre 2007

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